Il premier Giorgia Meloni interviene a il Giorno della Verità, intervistata dal direttore Maurizio Belpietro. «Telemeloni? Questo dice il focus sulla presenza media in minuti del presidente del Consiglio nei primi 14 mesi di governo: io sono stata presente 15 minuti, mentre Draghi nello stesso periodo è stato presente per 19 minuti. L'ultimo governo Conte 42. Il Conte uno 25, Paolo Gentiloni 28, Matteo Renzi, 37».
«Vorrei spuntare una delle deleghe più importanti in Europa, un commissario che possa garantire un punto di vista italiano. La delega sull'Economia, non indebolita ma piena, la Competitività, il Mercato interno o la Coesione. Ma anche la delega al Green Deal, correggere il tiro come già di fatto si sta correggendo». Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni spiega così a il Giorno della Verità, intervistata dal direttore Maurizio Belpietro, i suoi obiettivi per le prossime elezioni europee. Durante un’intervista a tutto campo, il premier ha ribadito che uno dei suoi obiettivi, oltre ad avere un commissario di peso a Bruxelles, «è confermare il consenso che avevo quando ho iniziato a fare il presidente del Consiglio dei ministri».
Per Meloni sarebbe importante, «abbiamo fatto scelte coraggiose. Confermare quel consenso per me sarebbe importante Perchè io non sono al governo per me stessa, io lo faccio per i cittadini italiani, non è che mi appassioni fare questa vita, ma lo faccio per gli italiani». Meloni ha ammesso anche di non aver mai «mai pensato a fare un rimpasto di governo, è una delle tantissime ricostruzioni forzate che leggo spesso. Anzi, tra gli obiettivi che mi sono data, c'è quello di arrivare a 5 anni con il governo che ho nominato. Non è mai accaduto nella storia d'Italia, sarebbe anche questo un obiettivo molto importante».
E se rispetto all’inchiesta sul governatore della Liguria Giovanni Toti, la premier chiede di aspettare («Toti ha detto che avrebbe letto le carte e avrebbe dato le risposte. Aspettare quelle risposte, e valutare, penso sia il minimo indispensabile per un uomo che ha governato bene quella Regione»), sul confronto con il segretario del Pd Elly Schlein viene respinta ogni critica. «Il confronto mi piace, è il sale della democrazia, mi fa molto sorridere il dibattito di aver dato spazio a questo confronto» ha ammesso Meloni. «In una campagna elettorale è fondamentale raccontare agli italiani che ci sono due modelli d’Europa, una socialista e una dei conservatori. È un modo d’aiutare i cittadini nella loro scelta. Io non ricordo quando ero all’opposizione che chi era al governo si confrontasse, gli altri francamente un po’ eccessiva brigare per non far, ero disponibile, penso sia una cosa buona».
Ma è in particolare sulla Rai che Meloni, numeri alla mano, ha voluto replicare alle accuse delle ultime settimane che hanno accusato la tv pubblica di essere diventata Tele Meloni. «Telemeloni non la voglio, vorrei un servizio pubblico e non sempre l'ho visto: mi sono andata a guardare i dati dell'Osservatorio di Pavia se effettivamente ci fosse uno squilibrio, proprio il Tg1. Questo dice il focus sulla presenza media in minuti del presidente del Consiglio nei primi 14 mesi di governo: io sono stata presente 15 minuti su Telemeloni, mentre Mario Draghi nello stesso periodo c'è stato 19 minuti e già Telemeloni un po' scricchiola. Ma andiamo avanti. Nell'ultimo governo Conte c'è stato 42 minuti. Il Conte uno 25 minuti, Gentiloni 28 minuti, Matteo Renzi, 37 minuti».