Entra nel vivo l’esercitazione Nato nel Mediterraneo guidata dalla nostra Marina con la Cavour e la francese Charles de Gaulle: sono coinvolti 9.500 militari. Un presidio rispetto al Maghreb (flussi migratori, commercio e industria) e all’Iran (possibili minacce).
L’iperattivismo del presidente, alla vigilia della visita di Xi a Parigi, è musica per le orecchie del Dragone. Il suo obiettivo è diventare una potenza globale e i conflitti scatenati dai suoi alleati sono un mezzo. Occorre impedirlo.
In pochi (opinione pubblica o politici) hanno reagito all’ennesima sparata di Macron sull’invio di truppe al fronte. Ormai ci siamo abituati all’escalation: dalle «armi difensive», ai missili a lungo raggio, ai caccia. E ora che Kiev non ha uomini, manderemo soldati?