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Mondo diviso tra regimi autoritari da una parte e coalizione delle democrazie dall’altra. Il Sud sta a guardare. Servono un G7 forte, una Ue convergente con la Casa Bianca e che penetri in Africa e Sud America. E anche più armi per rendere efficace la diplomazia.
Emanuele Pozzolo (Ansa)
Emanuele Pozzolo quella notte - la notte dello "sparo di capodanno" partito dalla sua pistola e finito nel corpo di Luca Campana fortunatamente senza conseguenze letali - l'ha sempre ricostruita così: mettendosi la giacca la piccola arma è scivolata suscitando ilarità e curiosità nei presenti al veglione. Uno di loro l'ha presa in mano e in un lampo la pistola ha fatto fuoco.
Pozzolo, lei continua a confermare la sua versione sui fatti di quella notte?
"Io non ho mai cambiato versione sui fatti. Ma di quella notte non ho intenzione di parlare più: perché si è detto tutto e il contrario di tutto, si è parlato e straparlato, creando un feuilleton che ha stancato un po’ tutti. Me per primo".
Scrivono che Luca Campana, elettricista trentunenne rimasto ferito, ha ritirato la querela per lesioni dopo avere raggiunto un accordo economico con lei. Ha pagato per il silenzio?
"Guardi, l’impulso alle indagini e all’azione penale era stato dato da una querela. Poi quella querela contro di me è stata ritirata, a fronte di un accordo: io non ho comprato nessun silenzio. E in sede di udienza preliminare il giudice ha poi emesso sentenza di non luogo a procedere per il capo d’accusa delle lesioni. Questi sono i fatti, il resto sono parole".
In udienza preliminare lei è stato prosciolto per due reati. Per esplosioni pericolose e omessa custodia d'armi, lei ha presentato una domanda di oblazione. Anche in questo caso, scrivono i giornali che lei ha pagato per azzerare il procedimento. È così?
"Di cinque capi di imputazione che il pm elevava contro di me, in udienza preliminare, ne sono caduti tre: oltre alle lesioni, anche le esplosioni pericolose e l’omessa custodia. Il ricorso all’oblazione è molto frequente: si tratta di un istituto giuridico che prevede l’adempimento di una obbligazione amministrativa. Di questo stiamo parlando: nulla di strano. E anche su questi due capi, in udienza preliminare, è stata emessa sentenza di non luogo a procedere".
Rimangono in piedi due capi di accusa: porto illegale di arma comune da sparo e porto illegale di munizionamento da guerra. Portava illegalmente l'arma?
"L’arma la portavo in modo assolutamente legale: comunque ne discuteremo in giudizio. Ma mi pare evidente che qui siamo passati dal diritto alla farsa: come può un cittadino che è legittimo detentore di porto d’armi per difesa personale essere accusato di porto abusivo di un’arma legittimamente acquistata, legittimamente denunciata e legittimamente detenuta? Mi sembra che non occorra scomodare valutazioni di carattere giuridico per inquadrare la singolarità di questa accusa: basta un pizzico di logica e di buon senso. Ma non sempre logica e buon senso - e non da oggi - sono di moda presso certe procure".
Parliamo di una altra accusa: aveva munizionamento da guerra?
"Ma di cosa stiamo parlando? Io armi e munizioni le ho sempre comprate in armeria e legalmente denunciate. Secondo lei in armeria vendono ad un cittadino armi o munizioni da guerra? Siccome non voglio pensare alla malafede, questa accusa del munizionamento da guerra denota una scarsissima conoscenza della questione armi proprio in generale. Ma come si può seriamente pensare che il calibro .22LR possa essere qualificato come da guerra? Siamo al tragicomico, davanti all’esigenza di piegare il diritto ad una volontà inquisitoria sganciata del tutto dal senso della realtà delle cose".
Lei non ha scelto né il patteggiamento né il rito abbreviato. Perché?
"Semplicemente perché io sono tranquillo con la mia coscienza: so di non aver commesso nessuna condotta contraria alla legge, né tantomeno di aver portato abusivamente un’arma. Ci sarà un giudizio che auspico voglia tenere conto dei fatti, con logica e buon senso: più o meno l’atteggiamento opposto fino a quello tenuto dalla pubblica accusa nei miei confronti".
Hanno scritto cose molto pesanti su di lei. Si sente mostrificato?
"Hanno scritto di tutto. Prima il pistolero. E, poi, hanno farcito con no-vax, pro-God, pro-life, pro-gun. Poi che avrei espresso giudizi positivi su Mussolini, che sarei vicino agli ambienti dell’intergalismo cattolico, che cito troppo spesso Jünger e Pound. Che sono maschilista, che sono islamofobico, che sono un cattivo insomma. Hanno insultato mia moglie, pubblicato foto a testa in giù dei miei figli, fatto volare droni per filmare casa mia. A me tutto questo non sembra normale, né proporzionato. Sa cosa le dico? Se questo è un tentativo di mostrificazione mediatica, non me ne frega niente. Sulle mie idee io non mi smuovo di un centimetro. Peraltro, oramai, quella dello shitstorming, che all’italiana vuole dire e me ne scuso per la volgarità tempesta di merda, è una tattica ben affinata dai custodi del politically correct: se non cedi alla neo-lingua, se dissenti sui temi della bio-politica, se non ti sottometti ai dogmi della retorica nichilista, appena possono, tentano di distruggerti e, se non ci riescono, cercano almeno di screditarti. Pensi ad esempio durante la follia pandemica Covid-19: grandi menti come Giovanni Frajese o Andrea Stramezzi sono stati fatti passare quasi per dei ciarlatani. La storia ha dimostrato però che i ciarlatani non erano loro…".
Lei è ancora sospeso da Fratelli d'Italia. Eppure lavora in Parlamento.
"Sì, rispetto le procedure interne e continuo a lavorare alla Camera dei deputati".
Curioso. Come giudica l'atteggiamento tenuto dal partito nei suoi riguardi?
"C’è sempre una grande complessità nella politica, data da molti fattori. Ogni partito ha delle regole e degli equilibri interni che non mi sfuggono, occupandomi io di politica da quando avevo quattordici anni. Quello che conta, al di là delle procedure, è la lealtà personale".
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