Bruxelles ha annunciato che interromperà le sue attività di addestramento in Mali: una mossa che può avere delle conseguenze geopolitiche problematiche.
«Stiamo interrompendo le missioni di addestramento per le forze armate [maliane] e la guardia nazionale», ha dichiarato lunedì scorso l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell in una conferenza stampa. «Il Sahel rimane una priorità. Non molliamo il Sahel, tutt'altro. Vogliamo impegnarci ancora di più in quella regione», ha tuttavia proseguito. In particolare, Borrell ha citato significative preoccupazioni rispetto alla presenza nell’area dei mercenari russi del Wagner Group. Alla fine di marzo proprio questi ultimi hanno coadiuvato le forze militari maliane nell’uccisione di oltre 200 persone nel villaggio di Moura: un evento che è stato severamente condannato dall’Unione europea e dagli Stati Uniti. Inoltre, su pressione dell’Onu, Bamako ha aperto un’inchiesta, per cercare di fare luca sull’accaduto.
Come sottolineato da Al Jazeera, «l’Ue è coinvolta in due missioni di formazione in Mali. La prima, la missione di addestramento dell'Ue, ha avuto più di 1.000 membri provenienti da 25 paesi europei che hanno addestrato soldati maliani fino al 2024 […] L'altra, la missione dell'Ue per lo sviluppo delle capacità si è concentrata sull'addestramento della polizia con un termine in scadenza il prossimo anno». In questo contesto, martedì scorso, il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, si è recata nel Paese, per incontrare la giunta militare al potere e ottenere quindi «un quadro preciso della situazione politica e di sicurezza sul campo». Del resto, la visita è avvenuta, mentre Berlino sta decidendo se mantenere in loco o meno il proprio contingente di circa mille soldati. Non bisogna trascurare che i rapporti tra la Germania e le alte sfere del Mali non sono esattamente idilliaci. «Il governo Bamako ha perso la fiducia della comunità internazionale negli ultimi mesi, in particolare frenando la transizione democratica e intensificando la cooperazione militare con Mosca», aveva dichiarato la Baerbock prima di partire. «In questo contesto, dovremo mettere in discussione un nuovo impegno tedesco nella regione del Sahel. Dire semplicemente 'continuiamo così' ora sarebbe fuorviante, secondo me», aveva aggiunto.
Il ministro aveva inoltre citato come condizioni per la permanenza delle forze tedesche «l'affidabilità nella cooperazione, nonché una lotta risoluta contro il terrore e la violenza e l'adesione ai principi fondamentali dello stato di diritto». Nel corso della visita, la Baerbock ha quindi chiesto a Bamako di interrompere la sua collaborazione con Mosca. Un’eventualità che il governo maliano non sembra tuttavia granché disposto a prendere in considerazione. «Rispettiamo la decisione presa in merito all'Eutm, ne prendiamo nota, ma credo che ciò che è importante siano le scelte che il Mali ha fatto per la propria sicurezza e che potremo continuare con queste scelte. Il Mali vuole lavorare con tutti i suoi partner, inclusa la Germania, la Russia, la Cina, gli Stati Uniti», ha dichiarato Bamako.
È evidente che questa situazione sta ulteriormente indebolendo l’Unione europea in un’area strategica come il Sahel: un’area tanto più importante, soprattutto alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina attualmente in corso. Non dobbiamo infatti dimenticare che Mosca sta progressivamente rafforzando la propria influenza in loco: specialmente in Mali, dove – approfittando della crescente impopolarità di Parigi – è man mano riuscita a scalzare la presenza francese. Questo fattore pone un problema non indifferente. Il Sahel è infatti un crocevia per i flussi migratori diretti verso l’Unione europea. Nel momento in cui consolidasse la propria longa manus sull’area, Mosca potrebbe utilizzare questi stessi flussi come strumento di pressione ai danni di Bruxelles. Del resto, come dimostrato dalla crisi bielorussa dello scorso autunno, si tratta di una strategia che il Cremlino non esiterebbe a utilizzare. Il passo indietro europeo non è quindi una notizia confortante. Non lo è affatto.