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Lunedì 4 novembre, di sera, si aprono le danze della nuova Commissione Ursula, la n.2. Repetita iuvant. Muove i suoi primi passetti nelle patinate aule dell'Eurocamera. Si comincia, i nuovi commissari devono affrontare le audizioni in Parlamento prima di entrare in carica.
E' ormai tardo pomeriggio, bisogna permettere ai parlamentari di 27 paesi di arrivare a Bruxelles. I nuovi commissari si affacciano in aula poche ore prima del voto USA, la governance del nostro mondo occidentale puo' essere stravolta nell'arco di poche ore da entrambi i lati dell'Oceano. C'è qualcosa di sospeso. Comincia la Commissione Agricoltura, il commissario designato si chiama Christophe Hansen, è di Lussemburgo, un paese piccino piccino, paradiso fiscale nel cuore dell'Unione dove tutti i funzionari si fermano per comprare benzina e sigarette nel solito viaggio Strasburgo-Bruxelles. Ma paese fondatore, uno dei primi 6 paesi europei a firmare i trattati di Roma nel 1957. E' giovane, ha 42 anni, è già stato membro del Parlamento, è molto preparato. Affronta la prova con resiliente competenza. Il programma è standard. Il dedalo di incroci tra partiti politici, nazionalità, equilibri tra generi ed età è enorme. La nuova commissione è riuscita a distribuire a meraviglia ruoli e pesi, l'equilibrio va mantenuto. Tutti, in aula, sanno di non potersi permettere scivolate. Le domande preparate per i commissari non sono quelle di accaniti oppositori politici ma di persone consapevoli della responsabilità che hanno nei confronti dell'Europa di mettere in piedi una Commissione pienamente legittimata dal sostegno del Parlamento. Colpisce il viso candido di questo giovane neo Commissario, che ieri ha passato l 'esame dell'Aula. I temi sono noti, è necessario conciliare le esigenze della transizione verde con quelli degli agricoltori e dei cittadini. Il fuoco incrociato delle domande dei diversi partiti è comunque un notevole tour de force per il futuro commissario. Cita più volte l'esperienza familiare, il padre, il fratello, agricoltori. Poi li cita di nuovo e di nuovo e di nuovo. C'è qualcosa di strano in questa ripetitività. Qualcosa che poteva essere legato all'emozione, all'imbarazzo, alla sacralità del momento, alla spossatezza delle tre ore di audizione. Dovrà gestire il denaro di quasi 500 milioni di cittadini. Ripercorre, ripete, sottolinea. Quasi giustificare di continuo la mancanza di esperienza, come a voler spiegare il fatto che fosse li e di essere degno di gestire tanta parte del bilancio dei cittadini dell'Unione. Il dibattito è molto intenso, il capo delegazione di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza solleva il tema del principio di reciprocità. Chiede conto al commissario Hansen delle misure che intende adottare per fare in modo che le condizioni stringenti imposte ai nostri produttori siamo simili a quelle dei produttori extra europei. I loro prodotti inondano il nostro mercato, provenendo da paesi (sottende la concorrenza sleale imposta ai nostri agricoltori che operano in condizioni non paritetiche, ndr).
Carlo Fidanza (Ansa)
Stancanelli, Lega, chiede conto in aula del cordone sanitario a cui è stata esposto il suo partito. Berlato sul diritto dei consumatori ad essere informati ma anche sulla necessità di avere prezzi sostenibili. A un certo punto, verso la fine, emergono i dati dei suicidi tra gli agricoltori, 20% maggiore della media. «Mio fratello che era un agricoltore è molto per un incidente domestico a 55 anni, l'anno scorso. Sembra un incidente ma di certo la stanchezza, l'incertezza per il futuro, la precarietà e la fatica di quella vita l'avevano completamente travolto». Il futuro commissario abbandona i panni istituzionali e veste quelli del fratello incredulo, sconvolto, stravolto dal trauma e dal dolore. C'è un vissuto importante, che forse gli permetterà di comprendere meglio quello che vivono i nostri imprenditori agricoli. L'Aula ha applaudito.
Sergio Berlato