Il Gran Giurì di Manhattan, a New York, ha votato a favore dell'incriminazione dell'ex presidente Usa. Il caso ruota attorno a un presunto pagamento in nero di Stormy Daniels, durante la campagna elettorale del 2016 per la Casa Bianca.
La scorsa notte il Gran Giurì di Manhattan, a New York, ha votato a favore dell'incriminazione di Donald Trump. E' la prima volta che un ex presidente degli Stati Uniti deve affrontare un'accusa penale. Lo riporta il New York Times citando persone informate sui fatti. Le accuse precise non sono ancora note, ma il caso ruota attorno a un presunto pagamento in nero ad una porno star, Stormy Daniels, durante la campagna elettorale del 2016 per la Casa Bianca.
La Procura dovrà ora prendere accordi con i legali di Trump per la prima udienza in cui gli verrà contestato il capo di imputazione.
Questo «è un attacco al nostro Paese», è «una persecuzione politica» e «stanno cercando di avere un impatto sulle elezioni», sono state le prime parole dell'ex presidente, riferite da un giornalista dell'emittente televisiva Abc che lo ha intervistato telefonicamente. Trump si è anche dichiarato «completamente innocente».
L'incriminazione è destinata ad avere ripercussioni nella competizione elettorale per la Casa Bianca. Trump, che ha già annunciato la sua ricandidatura, ha dichiarato nei giorni scorsi che rimarrà nella corsa presidenziale del 2024 indipendentemente da eventuali accuse penali. Tra chi vota repubblicano, in questo momento Trump è il favorito, secondo un sondaggio, con il 54% degli elettori che lo sosterrebbe.
Trump aveva dichiarato il 18 marzo scorso che sarebbe stato arrestato la settimana successiva, invitando i suoi sostenitori a manifestare per «riprendersi la nazione e ha poi in un'altra occasione parlato di potenziale «morte e distruzione» se fosse stato incriminato, come poi in effetti è successo ieri, dall'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan.
Trump ha telefonato agli alleati chiave al Congresso, alla ricerca di sostegno dopo l'incriminazione. Lo riporta la Cnn. Il tycoon avrebbe parlato con alcuni leader del partito alla Camera e membri della commissione che vuole mettere sotto inchiesta il procuratore distrettuale Alvin Bragg, titolare dell'inchiesta che ha portato all'incriminazione di Trump. Nel corso delle telefonate, definite come «di verifica"», l'ex presidente ha detto ai suoi alleati che punta a portare avanti la sua battaglia contro le accuse.