Roberto Cingolani (Ansa)
Roberto Cingolani e Vittorio Colao sono agevolati nel pressare la società con la transizione ecologica.
Pubblichiamo il dialogo di Carlo Pelanda con Consultique Scf, la tv dei consulenti finanziari indipendenti.
Si è svolto oggi a Napoli presso Palazzo Caracciolo il Forum Asmel L’autonomia differente. Rafforzare i Comuni, ridurre la burocrazia.Il ministro agli Affari europei Tommaso Foti risponde all’Associazione sul definanziamento previsto dalla legge di bilancio: «Agevolazioni burocratiche, consulenze tecniche dedicate e incentivi mirati, gli strumenti per affrontare le sfide degli enti locali».
Asmel, l’Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli enti locali, contesta gli 8 miliardi di tagli ai Comuni annunciati in legge di Bilancio e ha scritto al neoministro agli Affari europei, Tommaso Foti, per chiedere di usare i fondi europei e del Pnrr per rifinanziare gli investimenti cassati in manovra.
«In Italia», dice Francesco Pinto, segretario generale Asmel, «siamo da sempre in ritardo di spesa sui fondi europei. In manovra vengono eliminati proprio gli investimenti che hanno visto i Comuni come gestori diretti della spesa e che non hanno registrato intoppi. Si tratta di programmi per la messa in sicurezza o di interventi di efficientamento energetico che hanno sempre raggiunto un buon avanzamento come con i fondi di emergenza in periodo Covid. Invece di costringere i Comuni a rincorrere la lotteria dei bandi per accedere ai fondi europei basta utilizzare questo modello ormai già ampiamente collaudato e che ha dimostrato quanto i Comuni sanno essere capaci di spendere bene e presto i fondi europei».
Il ministro Foti ha risposto alla lettera di Asmel confermando la vicinanza del Governo. Il ministro ha sottolineato che «proprio per i Comuni di minori dimensioni, il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede misure specifiche volte a semplificare l’accesso ai finanziamenti e a supportare la gestione dei progetti. Tra queste rientrano agevolazioni burocratiche, consulenze tecniche dedicate e incentivi mirati, che consentiranno agli enti locali di affrontare le sfide attuali con strumenti adeguati e risorse concrete».
Nel corso del Forum, è stato illustrato il rapporto realizzato da Bocconi per conto di Asmel che analizza il sistema degli acquisti pubblici attraverso Consip (la pubblicazione è scaricabile sul sito dell’associazione).
Per larga parte dei prodotti e dei servizi il ricorso agli strumenti Consip risulta antieconomico o inadeguato. A eccezione della fornitura di buoni pasto, il 95% dei Comuni, registra un tasso medio di adesione alle convenzioni Consip del 25%. Si va da un modestissimo 0,75% per la «gestione immobili» fino al 38% per l’energia elettrica. Il dato è confermato anche nella pubblica amministrazione centrale tenuto conto che a fronte di 80 miliardi di spesa affidata a Consip, la Centrale presidia soltanto 27 miliardi, cioè meno del 35%.
L’indagine illustra anche l’intricata normativa che governa gli acquisti Consip e che secondo Asmel alimenta la paura della firma. In particolare, l’Associazione punta il dito sull’obbligo in capo a ogni funzionario pubblico di ottenere l’assenso esplicito degli organi di vertice per eventuali acquisti al di fuori del sistema Consip. Oltre a dover trasmettere gli atti alla Corte dei conti e, per gli acquisti informatici, anche ad Anac e Agid. Obblighi, denunciano in Asmel, che puntano, in tutt’evidenza, a dissuadere chi, in buona fede, intenda produrre risparmi per il pubblico erario acquistando fuori da Consip.
Per Francesca Chirico, consigliera nazionale Asmel e tra i curatori del rapporto, «In un mondo in evoluzione continua, il modello Consip, con maxi-bandi e contratti di fornitura spesso stipulati dopo anni, va ripensato guardando a quello dei market place privati dove la competizione tra fornitori si realizza in tempo reale. I risultati in termini di efficienza e di risparmi a due cifre sono sotto gli occhi di tutti. Applicando questo modello agli 80 miliardi di spesa pubblica, non è difficile puntare a risparmi dell’ordine di 20 miliardi, quasi una finanziaria.
Il rappresentante Istat, Fabio Albo, dirigente del Sistan (il Sistema statistico che collega Enti nazionali e locali) ha illustrato gli aggiornamenti attivati dopo la lettera aperta Asmel inviata al presidente Istat a febbraio scorso e sottoscritta da un migliaio di sindaci: «Istat, dopo una interlocuzione assidua con Asmel, accoglie con favore il progetto di scambio dati automatizzato proposto dall’Associazione, che si avvarrà della Piattaforma digitale nazionale dati (Pdnd) per garantire sicurezza e protezione delle informazioni trattate. In particolare, abbiamo avviato una sperimentazione sulla rilevazione dei permessi di costruire partendo dal 1° marzo. Un passo importante per semplificare le procedure e rispondere concretamente alle richieste pervenute tramite la lettera dei sindaci a Istat, in cui si sollecitava maggiore attenzione alle esigenze dei Comuni e una gestione più snella e accessibile dei dati territoriali».
La sperimentazione sui permessi di costruire rappresenta il primo tassello di un percorso più ampio, che punta a semplificare la trasmissione delle informazioni tra Comuni e Istat, garantendo tempi certi e superando il rischio di sanzioni. Asmel conferma il proprio sostegno ai Comuni impegnati nella loro missione di garantire servizi migliori e più vicini ai cittadini, in un rapporto di collaborazione con le istituzioni nazionali basato sulla pari dignità.
Dopo sette anni la Lega di Serie B cambia presidente. Mauro Balata lascia l'incarico e alla presidenza arriva Paolo Bedin, ex direttore generale della Lega Pro ma anche della stessa serie B, dal 2010 al 2018 quando il presidente era l'attuale ministro Andrea Abodi. Si è deciso tutto alla terza votazione, quando Balata ha deciso di fare un passo indietro, così Bedin l'ha spuntata sul manager Vittorio Veltroni, per 15 voti a 5. La vittoria di Bedin avrà conseguenze sulla prossima battaglia in Figc, dove l'attuale presidente Gabriele Gravina appare sempre più lanciato verso la riconferma. Non è un caso che il numero uno della Federcalcio sia stato uno dei primi a congratularsi con Bedin. «E' un dirigente esperto e una persona di grande buon senso, sono sicuro che, con l'aiuto di tutte le Società, saprà essere un punto di riferimento importante per il calcio italiano e che saprà contribuire alla collaborazione con la Federazione nell'interesse di tutto il movimento».
Di fatto la nomina rinsalda la candidatura di Gravina e allontana soprattutto il fantasma di Alessandro Del Piero, l'ex numero 10 della Juventus che era stato accostato alla sfida della presidenza della Figc. Anche perchè lo stesso Abodi ha appoggiato la candidatura di Bedin, proprio in asse con GravinaGravina. «Il clima è stato molto positivo, è stata una campagna elettorale con una dialettica importante. Uno degli elementi da evidenziare è il clima rispettoso, sereno, che si è respirato. Ringrazio il presidente Balata e Vittorio Veltroni, ringrazio Balata in particolare per il gesto fatto dopo la seconda votazione e le società che hanno dimostrato una maturità che fa ben sperare per il futuro», ha detto Bedin durante la conferenza stampa. «Io sono dell'idea che una lega forte, strutturata, con competenze, possa essere da traino allo sviluppo della categoria - ha aggiunto -. Priorità? Ci sono aspetti economico-finanziari di grande urgenza, dettati dall'ultimo bando dei ricavi audiovisivi. Ci sono aspetti a me cari di struttura organizzativa, e ci sono aspetti di dialettica e sinergia, con le due leghe di A e di C, che ritengono debbano essere uno dei punti focali di questa governance», ha concluso il 55enne manager vicentino. Tra le altre cariche, nel consiglio direttivo sono stati eletti Luigi De Laurentiis (presidente del Bari scelto anche come vicepresidente del consiglio direttivo), Andrea Corradino (vicepresidente dello Spezia), Francesco Dini (presidente della Cremonese), Filippo Piccoli (presidente del Mantova), Carmelo Salerno (presidente della Reggiana) e Matteo Manfredi (presidente della Sampdoria). .