Tra i grillopitechi, è il gallo cedrone. Il Che Guevara di Roma Nord, disperso nella giungla dei congiuntivi, sbraita di continuo rivolto alla casta, salvo poi non disdegnarne i privilegi. Avversa i giornalisti («pennivendoli e puttane»), ma finisce a scrivere per Travaglio.
Lo spagnolo, mito della sinistra, stanzia altri 4 miliardi per la sicurezza, sforbiciando la scuola. Berlino accelera ancora sul riarmo: esercito pronto a un attacco russo entro il 2028. Tajani: «Per il 5% del Pil chiesto dalla Nato potremmo derogare al Patto di stabilità».
Musk accarezza l’idea di crearsi un partito, rischiando però lo stesso modesto risultato di Renzi. Il magnate, infatti, andrebbe a sbattere contro la scarsa popolarità di cui gode nel Gop (per non parlare dell’Asinello). Trump: «Non intendo ricucire con lui».
Negli Usa, la zuffa tra prime donne alla Casa Bianca fa traballare l’universo Maga. Intanto, in Italia, una più modesta disputa familiare vede un giovane dirigente azzurro sconfessato dal padre vannacciano.