Le (poche) attiviste che non hanno paura di esporsi parlano di un episodio «aberrante» e «criminale», che trasforma anni di lotta per ribadire le differenze di genere in un carosello della falsa inclusione. E poi denunciano l’omertà da parte del mondo sportivo.
Il ministro Eugenia Roccella: «C’è una questione fisiologica, genetica, che l’anagrafe non può eliminare. Questo combattimento svela l’ipocrisia di chi parla di diritti delle donne: la fluidità tanto cara alla Schlein in realtà è contro di esse».
Oggi la Carini sarà sul ring a suo rischio e pericolo, il Cio: «Basta caccia alle streghe, sui documenti Khelif è donna». Il Coni annuisce senza fiatare. E Gaynet dà la linea: «C’è una carriera alle spalle nello sport femminile». Peccato che i cromosomi contino più di tutto.