Il miliziano russo Denis Kapustin, noto per la sua fede hitleriana, si è arruolato con gli ucraini nella lotta a Putin: «Siamo i cattivi che combattono contro il male».
Il dibattito politico si basa sempre più su presunti temi ineludibili, di fronte a cui è vietato porre obiezioni. Ma è una logica totalitaria: chi non agisce subito e nel solo modo consentito passa per complice del male.
Liliana Segre non si era neanche accorta di ricevere 200 insulti razzisti al giorno. Che restano vergognosi, ma sono stati utilizzati per giustificare la censura delle idee.
Il sindaco dem Leoluca Orlando intitola il lungomare a Yasser Arafat, capo palestinese che fu colluso con azioni terroristiche ed era nipote del Gran muftì, l'uomo che diede ad Adolf Hitler l'idea dell'Olocausto.
Francesco elogia il meticciato e la mescolanza di culture. Che però conduce al «neutro» che lui stesso ha criticato. Poi sostiene che i sovranisti hanno «paura del diverso». Ma opporsi all'immigrazione di massa non significa affatto avere timori irrazionali.
Romanzi, film e serie tv giocano sempre di più sullo sconcerto che si prova quando una cosa familiare diventa fonte di pericolo. E ciò rivela che la perdita del senso di comunità ha complicato i rapporti umani.