voto francia

Il Rinascimento di Macron finisce in zuffa
Emmanuel Macron (Getty Images)
Il premier dimissionario è l’unico candidato a diventare il nuovo capogruppo. Ma l’ormai ex ministro Gérald Darmanin lo boccia via sms: «L’unità non si ottiene per decreto». Intanto la sinistra continua a dividersi. E il futuro governo rischia di nascere solo a fine agosto.
Il «democratico» Macron prova a ignorare il voto
Emmanuel Macron (Getty Images)
Il presidente congela le dimissioni del premier con la scusa delle Olimpiadi ma il gioco è chiaro: sterilizzare il doppio boom di sinistra radicale e Marine Le Pen. Può farcela, ma il «problema» esploderebbe con in palio l’Eliseo.
Se vince il «nemico» il voto è da calpestare. In piazza protestano asini della democrazia
Ansa
Dai cortei violenti agli appelli delle università contro il Rn, è il solito riflesso sinistro: il popolo è sovrano solo se di una parte.
Meloni esulta, Bruxelles abbassa la cresta
Giorgia Meloni (Imagoeconomica)
La vittoria senza trionfi di Marine Le Pen e la batosta presa da Emmanuel Macron rilanciano il premier, che gongola: «Cadono le vecchie barriere». Ora il Ppe deve trattare e Antonio Tajani spinge: «Bisogna aprire ai Conservatori. Mancano grandi leader per gestire queste trattative».
Quasi 170 candidati ammessi al secondo turno, tra cui tre ministri, hanno rinunciato a presentarsi in nome del fronte anti lepenista. Altri membri del governo annunciano che non voteranno a sinistra. Carta della disperazione di Gabriel Attal: stop alla riforma dei sussidi.
Le Firme

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