Immaginatevi un Paese in cui l’autorità pubblica di vigilanza radio-tv ritira le frequenze a canali del digitale terrestre che criticano il governo in carica o altre forze politiche importanti in Parlamento. Sarà la Russia di Vladimir Putin? Il Venezuela di Nicolas Maduro? La Cina di Xi Jinping? No. Questo Paese è la Francia di Emmanuel Macron che, stasera, inaugurerà in mondovisione la XXXIII Olimpiade moderna. Prima di Macron, lo scorso dicembre, anche il neopremier polacco, Donald Tusk, aveva fatto qualcosa di simile, ghigliottinando i vertici della tv pubblica Tvp subito dopo essere diventato capo del governo. Anche in quel caso una rete, Tvp Info, aveva smesso di trasmettere ma solo temporaneamente.
In Francia, l’altro ieri, l’Arcom, ovvero l’autorità di controllo radio-televisiva francese, ha disposto il ritiro delle frequenze per Nrj12 e C8. Il primo è un canale che trasmette quasi esclusivamente serie tv. Invece il secondo appartiene al gruppo Canal+ di Vincent Bolloré e diffonde principalmente serie e programmi di intrattenimento. Tra le prime va ricordata The Chosen, basata sui Vangeli, tra i secondi spicca lo show Touche pas à mon poste! o Tpmp (Non toccare il mio televisore, ndr) che ogni sera riunisce circa 2 milioni di telespettatori. L’animatore di questa trasmissione è il politicamente scorretto Cyril Hanouna che, nel corso degli anni, ha causato diverse sanzioni dall’Arcom ai danni di C8, per un totale di oltre 7,5 miliardi di euro.
La rete C8 è stata sanzionata, ad esempio, per aver trasmesso uno scherzo omofobo in una puntata di Tpmp. Una multa è arrivata anche per aver trasmesso in prima serata un documentario anti aborto. Nel 2023, Hanouna ha insultato in diretta un deputato del partito di estrema sinistra La France Insoumise (Lfi) Louis Boyard, che, prima di essere eletto in Parlamento, era stato uno degli ospiti fissi proprio di Hanouna. Anche in questo caso, l’Arcom ha multato C8.
È necessario soffermarsi su questa vicenda per capire meglio la decisione dell’autority francese. Nell’episodio di Tpmp del 10 novembre 2022 si parlava della nave Ocean Viking che, in quel periodo, stava per far sbarcare dei migranti in Francia, dopo il rifiuto del governo di Giorgia Meloni di accorglierla in Italia. Ebbene, nello studio di Tpmp, il deputato Boyard ha dichiarato che «le cinque persone» più ricche di Francia «impoveriscono l’Africa». Tra questi cinque personaggi, l’onorevole di estrema sinistra ha incluso anche Bolloré.
Rispondendo a Boyard, il presentatore gli ha ricordato che «Bolloré ti ha dato dei soldi visto che eri ospite qui, ma questo non ti dava fastidio». Il parlamentare Lfi ha quindi accusato Hanouna di essere «irresponsabile» e di «far crescere il razzismo in Francia». A quel punto Hanouna ha sbottato dicendo al deputato «sei una m...» e altre volgarità. Qualche giorno dopo, Boyard ha richiesto una commissione d’inchiesta parlamentare per verificare «le ingerenze di Vincent Bolloré sui media che possiede».
Dopo queste vicende non si sono fermati gli attacchi di vari esponenti di sinistra, ma anche dei macronisti, contro Hanouna, C8 e Cnews, il canale d’informazione di Canal+. Poi, la scorsa primavera, Hanouna insieme a dei giornalisti di punta di Cnews e dei dirigenti di Canal+ sono stati effettivamente convocati da una commissione parlamentare. Durante l’udienza alcuni deputati (per lo più di sinistra), hanno chiesto conto delle scelte editoriali e delle modalità di assunzione dei dipendenti, adottate dai canali di Bolloré.
Nel decidere di spegnere C8 e Nrj12, l’Arcom ha anche accolto le candidature di due altri canali, uno di proprietà del miliardario ceco Daniel Kretinsky e l’altro del gruppo editoriale regionale Ouest-France.
Nei corridoi di Canal+ non si getta la spugna. Secondo Le Parisien, in una mail interna del gruppo si legge che «al rientro dalle ferie saremo in onda, più che mai motivati». Le Figaro, solitamente molto diplomatico, non ha usato mezzi termini nel commentare la decisione e ha parlato di un «bavaglio» imposto a C8.
I paralleli tra quanto è accaduto questa settimana in Francia e l’azzeramento dei vertici dei media pubblici polacchi non sono pochi. In primo luogo perché la decisione dell’Arcom parigina e quella di Donald Tusk sono intervenute poco tempo dopo lo svolgimento di elezioni e sono entrambi provvedimenti radicali. Solo che, a differenza di quello di Tusk, il partito di Macron non è uscito vincente dalle urne. Inoltre sia per il caso francese che per quello polacco, sono state evocate giustificazioni quali il rispetto della democrazia o del pluralismo. Questo sebbene i provvedimenti delle autorità di Parigi e Varsavia, puntassero proprio a restringere gli spazi di espressione di un’area politica, collocata a destra. In controluce si può anche notare che tra coloro che contestano i canali di Bolloré, in Francia, e quelli pubblici, in Polonia, ci sono dei sostenitori dell’aborto e supporter dell’Unione europea. Nel caso della Polonia, va detto che i vecchi vertici di Tvp erano accusati di essere troppo sbilanciati in favore della precedente maggioranza. Un’operazione di riequilibrio era quindi lecita ma sarebbe bastato qualcosa di meno radicale. In Francia, invece, C8 è un canale privato dove un presentatore è stato (giustamente) sanzionato per gli insulti da lui proferiti, ma all’Arcom questo non è bastato In entrambi i casi emerge una strana concezione della libertà di opinione che è accettata solo se non contraddice il pensiero dominante.