L’influencer ha semplicemente turlupinato i suoi seguaci, facendo credere che, se avessero comprato il pandoro della Balocco, parte del ricavato sarebbe andato all’ospedale che cura i bambini affetti da tumore. Lo stesso pare sia accaduto con le uova di Pasqua di Dolci Preziosi, anch’esse spacciate come strumento per aiutare dei minori con gravi malattie. Non so se la signora dello stile capisce che diffondere messaggi falsi non è solo mancanza di stile e abuso della credulità popolare, ma anche speculazione fatta sulla pelle di persone che soffrono, ovvero cinismo allo stato puro.
Altro che errore di comunicazione, come con aria contrita ha detto Chiara Ferragni dopo aver capito che la multa dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato non era semplicemente una sanzione pecuniaria, ma era seguita da una ammenda assai più grave del milione di euro inflitto, ovvero la censura pubblica sui social. Ci ha messo quattro giorni l’influencer che ha fatto della sua vita, di quella del marito e dei figli, un reality, a capire che l’incidente non era cosa che si sarebbe risolta schierando un team di legali per cercare di alleviare la condanna. Dopo aver detto che lei di contratti come quello con la Balocco ne fa ogni giorno, si è resa conto che la questione non si esauriva nell’assumere un professore esperto di diritto, marchi e sponsorizzazioni. Al mercato, vale a dire al pubblico che la segue, interessano poco i cavilli, ma è ben attento alla sostanza e questa non lasciava spazio a dubbi. Mentre un anno fa Ferragni aveva promesso che con le vendite dei panettoni avrebbe aiutato i bambini malati, nel contratto sottoscritto con la Balocco non c’è neppure l’ombra di qualche cosa che si chiami beneficenza. Anzi, nelle mail aziendali, che l’Autorità ha ottenuto durante l’istruttoria, si fa riferimento all’avidità dell’influencer e della sua squadra. Infatti, con un milione di compenso, quasi tutto il margine dell’operazione veniva assorbito dalle società della Ferragni.
I 50.000 euro finiti all’ospedale non c’entrano nulla con i pandori della signora, perché a staccare l’assegno è stata l’azienda e per di più ben prima che all’orizzonte si intravedesse The Blond salad. Insomma, i bambini malati sono stati un pretesto. Immaginate, ora, chiunque usi dei minori, per di più malati, per fare affari, speculando sulle loro sofferenze e promettendo di donare loro dei soldi ma al puro scopo di moltiplicare i propri utili. Che cosa pensereste di un tipo simile? Quanto meno che non ha cuore. Ecco, è quello che pensano centinaia di migliaia di persone che sono venute a conoscenza del raggiro. E infatti, nel giro di pochi giorni i follower, vale a dire i fan che seguono la Ferragni sui social, sono calati all’improvviso in segno di disapprovazione. E alcune aziende che la sponsorizzavano hanno interrotto la collaborazione.
È solo per questo che lei è corsa ai ripari, truccandosi come una palestinese, mostrando un’immagine dolente e una voce quasi rotta dal pianto. Qualcuno ha fatto il conto di quanto costino i capi e i gioielli che indossava nel video postato sui social, ma non è importante se avesse un capo firmato da 1.000 euro, né che persino le scuse forse siano state sponsorizzate, come quasi tutta la sua vita. No, ciò che conta è che la regina del glamour sembrava Aboubakar Soumahoro. Stesso tono con lacrime trattenute, stesso sguardo diretto in camera per essere più convincente, stessa voglia di apparire buona nonostante le circostanze. Sì, Lady Ferragni, la donna che ha saputo trasformare in oro tutto ciò che la circonda, all’improvviso è apparsa quel che è: uno spot pubblicitario, per di più anche poco credibile, perché nel giro di poche ore le segnalazioni di altri raggiri con uso di chi soffre a scopo commerciale si sono moltiplicate e qualcuno si è preso la briga di passare ai raggi X anche l’altra industria della beneficenza, ossia quella del compagno (in tutti i sensi) Fedez, con il risultato che i Ferragnez, dalla soap opera in cui hanno recitato per anni rischiano di passare a un’opera horror.
Capisco il soccorso rosa di un’icona della moda come Donatella Versace, ma non penso che basterà il suo intervento a recuperare una reputazione su cui si regge l’impero milionario della coppia con la doppia F. Soprattutto se qualcuno si renderà conto che anche fregatura comincia con «f».