Il corrispondente Gumpel difende le banche tedesche: ricorda il ministro dell'Informazione di Saddam
Se Udo Gumpel non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Prima sul crac di Pop Vicenza e Vento Banca scriveva «Delle banche venete fallite che scavano un buco di 31 miliardi mi piace un aspetto: che siano venete». Ora su Deutsche Bank minimizza: svolge operazione per 300 miliardi al giorno. L'accusa parla di un ordine di grandezza di 150 miliardi. Bazzecola insomma. Un po' come Mohamed Said Al Sahaf, che negava la presenza degli «infedeli americani a Bagdad e proclamava la vittoria mentre i carri armati Usa erano già visibili alle sue spalle.
Udo Gumpel urla e fa le smorfie in tv, fa di professione il tedesco in Italia, distribuisce pagelle e bacchettate. Ma anche su Twitter l'intrattenimento non manca mai: basta cercare sul suo account, in una selva di retweet di Laura Boldrini e di Roberto Burioni.
Cercando cercando, in materia di banche, balza agli occhi la differenza tra il suo sarcasmo feroce quando i problemi sono in casa d'altri, e le tattiche minimizzatrici se invece il guaio è tutto teutonico. Pagliuzza e trave, vecchia storia.
Il 24 giugno del 2017, in piena crisi delle banche venete, il nostro Udo era tutto un fremito: gioia incontenibile per le disgrazie altrui. Giudicate voi parole e musica (dall'account @udogumpel): «Delle banche venete fallite che scavano un buco di 31 miliardi mi piace un aspetto: che siano VENETE. Del mitico NORD-EST. Terra dei Leghisti». Ovviamente le maiuscole sono le sue. Insomma, godeva.
Adesso che guai ben più grossi bussano (insieme a poliziotti e investigatori) alle porte di Deutsche Bank per una mega storia di presunto riciclaggio internazionale, il nostro eroe cambia tattica.
Prima mossa: provare a raccontare che il caso l'hanno svelato gli stessi tedeschi. Insomma, siamo bravi: facciamo pulizia da soli. Ieri Udo se l'è cantata e suonata ricordando la genesi del caso Panama Papers: "un esempio-modello di come il giornalismo deve funzionare: come watchdog del potere, delle banche, dei politici. Fu la Suddeutsche Zeitung a mettere tutto a disposizione del network internazionale di ricerca giornalistica. Ripeto: giornalisti tedeschi". E quindi, diciamo noi? Se un poliziotto italiano arresta un camorrista italiano, il camorrista cessa per caso di essere sia camorrista che italiano? Non capiamo bene il nesso logico. Ma per il nostro Udo pare che le cose funzionino più o meno così. Lo ripete in un altro tweet (il concetto gli dev'essere piaciuto): "Inchiesta nasce da Panama Papers: indagine giornale tedesco SZ. Ripeto: tedeschi hanno scoperto tutto".
Seconda mossa (altro tweet), buttarla sulla mole di operazioni di Deutsche Bank. Ecco il nostro Udo: «Per capire l'ordine di grandezza. L'accusa danese parla di 150 miliardi passati sui conti Deutsche Bank nel periodo 2007-2014. Deutsche Bank è una delle maggiori correspondent banks nel mondo e svolge per questo tipo di operazioni pagamenti per circa 300 miliardi di euro al giorno». Avete capito la logica? Un po' come dire: essendo grande grande la banca, anche l'eventuale riciclaggio, fisiologicamente, avrà dimensioni extralarge… Che volete che siano 150 miliardi…Sarà sicuramente una nostra interpretazione maligna, eppure il tweet di Gumpel sembra lasciar intendere proprio questo.
L'arrampicata sugli specchi è evidente, per certi versi perfino tenera. Che dire? Un degno erede dell'indimenticabile performance del ministro dell'informazione di Saddam Hussein, Mohamed Said Al Sahaf, quello che negava la presenza degli «infedeli americani a Bagdad» e proclamava la vittoria mentre i carri armati Usa erano già visibili alle sue spalle.