Stefano Bonaccini (Ansa)
Gli europarlamentari Giorgio Gori e Stefano Bonaccini hanno la soluzione per la crisi delle quattro ruote: procedere più velocemente nella transizione energetica. Le difficoltà dipendono da stagnazione e invecchiamento.
«Siamo stati bravi, bravissimi o eccezionali?». In Emilia-Romagna la campagna elettorale è entrata nel vivo con epici accenti e fantasmagorici eccessi. E in contrasto con il proprio ruolo, l’istituzione non ha alcun problema a fare proselitismo per il Pd e a pittare la realtà con i colori dell’arcobaleno. «Per ciò che abbiamo fatto in questi cinque anni siamo da considerare fenomenali, spaziali o soltanto geniali?». Con due alluvioni (gestite male) in un anno e mezzo sarebbe necessaria una maggiore sobrietà, un doveroso rispetto per i cittadini che hanno attraversato l’incubo liquido. Ma da Parma a Cattolica, da Ravenna a Pennabilli il mercato dei voti prende il sopravvento con risultati surreali.
Tutto è demagogia nella marcia di avvicinamento alla tornata del 17 e 18 novembre, e lo diventa anche un questionario online costruito ad arte. L’entusiasmo ombelicale della sinistra di governo deborda nell’intento di sospingere - «sia chiaro, dentro i binari di una competizione leale» (così ripete la presidente ad interim Irene Priolo) - il campo largo guidato da Michele De Pascale all’ennesima conferma contro Elena Ugolini. È la sensazione che si evince alla lettura del quiz comparso sul sito della Regione per coinvolgere gli elettori nel giudizio su ciò che è stato fatto e su ciò che andrebbe migliorato. Risultato: praticamente nulla, tutto perfetto. Una Swissminiature.
Il questionario è a senso unico, c’è spazio solo per l’esaltazione. Chi volesse avanzare critiche si rivolga altrove, lì dentro non si può eccepire, figuriamoci dissentire. Esempi illuminanti. Parlando di welfare non si chiede all’utente se è soddisfatto oppure no, ma «il fondo regionale per la non autosufficienza è cresciuto fino a raggiungere 482 milioni di euro, fra i più alti del Paese. Quante persone fragili ne hanno beneficiato?». Sanità pubblica: «Primi in Italia per la presenza di Case della Salute, con un totale di 135 strutture. Dal 2020 quante ne sono state aperte di nuove?». Le risposte sbagliate non sono contemplate, il computer visualizza solo quelle «giuste».
Nel palazzone di via Aldo Moro a Bologna si fanno le domande e si danno le risposte davanti allo specchio. Puro marketing elettorale che raggiunge vette bolsceviche (tornano in mente i Cccp e il loro «Soviet più elettricità uguale socialismo») nella sezione dedicata alla sicurezza del territorio. Lì il cittadino vorrebbe trovare finalmente uno spazio per protestare contro la «filosofia della nutria» cara a Elly Schlein, contro l’ambientalismo suicida alla base del dissesto idrogeologico, contro l’immobilismo istituzionale nella realizzazione delle vasche di laminazione. E invece no.
Tema del quiz: «In sei giorni la pioggia è caduta per 80 ore. Su una parte di territorio di 16.000 chilometri quadrati sono esondati 23 fiumi e corsi d’acqua, colpiti 45 Comuni in tre province». Ecco, ci siamo, pensa il contribuente con gli stivali infangati. Adesso mi chiedono cosa ne penso e se si poteva prevenire il disastro. Sbagliato, perché la domanda è da problema di prima media: «Quanti litri d’acqua si calcola siano caduti in quei sei giorni?». Una presa in giro. Ancora più lunare il quesito successivo: «Subito dopo l’emergenza, i lavori di ripristino del territorio hanno visto interventi per 793,5 milioni tra somme urgenze e programmazioni di fondi regionali. Quanti interventi sono stati svolti complessivamente?».
Nessuna domanda sull’abbattimento delle liste d’attesa nella Sanità, che Stefano Bonaccini aveva promesso entro fine mandato. Niente sulla copertura con la fibra di tutto il territorio: doveva essere entro il 2021, poi 2023, oggi 2026. Niente sulla sicurezza, con Bologna messa malissimo e Rimini ancora peggio; niente sulla fallimentare riforma dei Centri assistenza urgenza, sulle magagne dei trasporti ferroviari locali (la micidiale Porrettana). Quesiti inesistenti, dettagli. Alla fine del percorso il computer invita a scaricare il «bilancio di mandato». Inutile, è una marcia trionfale.
Tutto ciò è uno spot pubblicitario a spese della collettività. Se n’è accorta Marta Evangelisti, presidente del gruppo Fratelli d’Italia in Regione, che ha presentato un’interrogazione nella quale rileva che «il questionario è impostato in modo da evidenziare solo i comportamenti virtuosi della Regione, senza dare il giusto rilievo, a titolo di esempio, agli obiettivi d’inizio mandato non raggiunti o parzialmente raggiunti». Per questo interroga la giunta per sapere se «ritenga che il questionario, riportato sul sito istituzionale, sia non completamente obiettivo, anzi scorretto e fuorviante per l’utenza, soprattutto in vista delle prossime elezioni».
Sempre Evangelisti ha firmato un esposto al Corecom regionale (l’authority per le Comunicazioni) denunciando la violazione della par condicio. Sottolinea che nel periodo pre elettorale - nel quale sono vietate campagne non caratterizzate dai requisiti di indispensabilità -, «il questionario è autocelebrativo ed evidenzia comportamenti virtuosi senza che vi sia fondamento giuridico a sostegno dei presunti risultati sbandierati». Di più, ostentati con vanteria. Travolti dall’entusiasmo i compilatori dei quiz sono stati a un passo dall’intestare alla Regione anche i gol di Joshua Zirkzee e Riccardo Orsolini.