Non è una questione sanitaria e nemmeno di giustizia, ma solo di ideologia. Anzi, di fondamentalismo ideologico. Roberto Burioni, Licia Ronzulli, Maria Elena Boschi, Roberto Speranza e tutti i virologi da salotto che abbiamo conosciuto durante la pandemia non si scagliano contro la decisione di annullare le multe a chi non si è vaccinato per tutelare la salute degli italiani, e neppure per onorare la memoria delle vittime del Covid. Vogliono solo punire quanti non hanno offerto il braccio alla patria (ma forse sarebbe meglio dire ai fanatici dell’iniezione, visto il loro comportamento) per poter dire di averla avuta vinta. Non c’è alcuna motivazione scientifica nel continuare a dire che obbligare le persone a vaccinarsi fosse giusto. E non c’è alcuna spiegazione giuridica che consenta di insistere a sostenere che costringere le persone a sottoporsi all’immunizzazione minacciando la perdita del lavoro e dello stipendio fosse legittimo. In nessuna democrazia al mondo si è arrivati al punto di vessare i cittadini limitando diritti fondamentali come quello di circolare liberamente, prendere i mezzi pubblici, usufruire dei servizi di ristorazione e avere diritto al proprio lavoro. Ciò che è stato fatto negli anni del Covid è un palese abuso di potere e se allora politici, magistrati e alti papaveri delle istituzioni si sono inchinati al volere di un pugno di incompetenti e invasati, non significa che oggi, a distanza di anni, quando lentamente emerge la verità, si debba continuare nell’abuso.
Non era vero, e ora lo ammettono anche i sassi, che vaccinarsi equivaleva a essere sicuri di non contagiarsi e non contagiare, come ebbe a dire l’allora presidente del Consiglio Mario Draghi, introducendo il green pass, ovvero la tessera annonaria per poter usufruire dei diritti sanciti dalla Costituzione. Essere vaccinati non era una garanzia di nulla se non, dopo l’istituzione di un lasciapassare legato al vaccino, di avere garantiti quei diritti che secondo la nostra Carta non possono essere negati ad alcun cittadino. La nostra Repubblica è fondata sul lavoro e assicura a tutti i cittadini pari dignità sociale, specificando che tutti sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di condizioni personali e sociali ed è compito dello Stato rimuovere ogni ostacolo che limiti la libertà e l’eguaglianza dei cittadini. Durante la pandemia invece, non soltanto la Repubblica non ha rimosso gli ostacoli che impedivano a una parte degli italiani di poter lavorare, avere pari dignità sociale, esercitare i propri diritti. Ma addirittura, quegli ostacoli sono stati posti dai governi - quello di Giuseppe Conte prima, di Mario Draghi dopo - con il dichiarato intento di dividere in due categorie gli italiani: i vaccinati e i non vaccinati. Contravvenendo così al dettato costituzionale, che vuole i cittadini uguali davanti alla legge, senza discriminazione alcuna.
Lo so che la Corte costituzionale, a cui alcuni erano ricorsi, ha sostenuto la legittimità delle decisioni dei governi coinvolti. E che avreste voluto che facesse una corte nominata dalla politica e dalla sinistra se non assecondare le decisioni di esecutivi di sinistra e benedetti dai poteri forti? C’era da aspettarsi un pronunciamento in favore della violazione dei diritti e a tutela dell’establishment. A essere obbligati a vaccinarsi non erano i migranti, i quali hanno potuto continuare a sbarcare indisturbati, ma gli italiani e per loro non era prevista alcuna esenzione dai diktat di Palazzo Chigi.
Che l’obbligo vaccinale fosse antiscientifico e illegittimo ormai è noto anche a chi si è sottoposto a prima, seconda, terza e quarta dose. E infatti ormai solo alcuni talebani in camice bianco insistono sull’urgenza di iniettare vaccini a chiunque (anche se alla comparsa della prima influenza in tanti ci provano). Però gli effetti collaterali del green pass ancora si sentono, prova ne sia che l’annullamento delle multe nei confronti di chi non aveva accettato di chinare il capo di fronte agli abusi ha scatenato gli haters dell’iniezione. Non so che cosa vorrebbero che si facesse Burioni, Boschi, Speranza e Ronzulli: forse privare del diritto di voto i non vaccinati, in modo da poterli escludere dal consesso civile? Può darsi: togliendo i diritti elettorali a milioni di italiani probabilmente pensano di poter vincere le elezioni. In tal caso farebbero meglio a farsi eleggere in qualche altro Paese, dove non c’è una Costituzione in cui, all’articolo 1, si sostiene che il popolo è sovrano. Se vogliono cancellare i diritti a chi non la pensa come loro, fondino la repubblica di Burioni, Boschi, Speranza o Ronzulli e vedremo quanti italiani vorranno farne parte. Così ci sarà da ridere.