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La nuova Costituzione piega la Siria al jihadista che piace a Bruxelles
Mohammed Al-Jolani (Getty Images)
  • Mohammed Al-Jolaniha fatto approvare una Carta che concentra nelle sue mani potere esecutivo, legislativo e giudiziario. Niente elezioni per cinque anni. Minoranze religiose sempre più preoccupate. I drusi: «Non la riconosciamo».
  • Il Qatar usa la diplomazia del gas per mettere un piede a Damasco.
  • «L’Occidente ricordi che in quel Paese la guerra non è finita». L’analista Anna Cervi: «L’intesa tra curdi e governo è un passo nella giusta direzione. Ma la situazione è molto incerta e preoccupante».

Lo speciale comprende tre articoli.

Trump alza la voce con il Cremlino:  «Tregua o conseguenze devastanti»
Donald Trump (Ansa)
  • Mosca resta cauta sulla proposta di cessate il fuoco uscita dai colloqui di Gedda, ma il tycoon preme forte: «Dite sì o ci saranno nuove sanzioni». In cambio di disponibilità, Washington aiuterebbe la Russia in Siria.
  • Nonostante le recenti mattanze degli sgherri del nuovo governo, l’Ue ospiterà il ministro degli Esteri di Al Jolani in un evento in cui si vaneggia ancora di «transizione inclusiva».

Lo speciale contiene due articoli.

I «buoni» di Al Jolani trucidano, l’Ue balbetta
Getty Images
Il jihadista in cravatta acclamato dall’Occidente per la caduta di Assad ora imbarazza Bruxelles, che resta muta davanti al massacro di civili alawiti (dopo averne attribuito la responsabilità alle vittime). Forte condanna invece dalla Casa Bianca.
Il jihadista in cravatta al-Jolani trucida centinaia di civili in Siria
I funerali delle vittime alawite in Siria (Ansa)
Le forze di sicurezza aprono il fuoco contro i cittadini indifesi della minoranza alawita.
Cresce la tensione tra Gerusalemme e Damasco
Un carro armato israeliano entra nella zona cuscinetto tra Israele e Siria, vicino a Quneitra, nelle alture del Golan (Ansa)

Israele continua a non fidarsi del regime di Mohammed al Jolani. Secondo Reuters, lo Stato ebraico sta chiedendo agli Usa di mantenere la Siria «debole e decentralizzata» e di consentire alla Russia di mantenere le proprie basi militari nel Paese. Una mossa con cui Gerusalemme punta a contrastare la crescente influenza di Ankara nell'area.

Le Firme

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