Matteo Salvini (Ansa)
Le conversazioni sembrano quelle di un comitato centrale dove non prevalgono le logiche della legge, del merito, della competenza e dell'esperienza, ma gli interessi e il tornaconto di chi siede ai vertici.
Il caso Palamara è un pozzo nero senza fondo, da cui ogni giorno vengono a galla nuove rivelazioni sugli intrighi della magistratura. L'ultimo è un sms che le indagini attribuiscono a Giovanni Legnini, all'epoca dei fatti vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, cioè appena un gradino sotto Sergio Mattarella. E che dice l'uomo nominato da Matteo Renzi ai vertici dell'organismo di autogoverno delle toghe?
La congiura del silenzio organizzata dai giornaloni intorno allo scandalo della magistratura è stata sconfitta. Sì, nonostante le grandi testate si siano impegnate oltre ogni misura a silenziare la vicenda del verminaio che emerge dall'inchiesta di Perugia contro l'ex capo dell'Anm Luca Palamara, alla fine non l'hanno avuta vinta.