Nonostante le decine di inchieste sull'urbanistica, l'arresto dell'ex vicepresidente della Commissione Paesaggio Giovanni Oggioni, il sindaco di Milano tira dritto. Spera ancora nel condono parlamentare e rilancia il Pgt.
«Fino a una settimana fa non ritenevamo di avere violato la legge e non lo riteniamo nemmeno ora». Il sindaco di Milano Beppe Sala tira dritto. Non si dimette. E di fronte al consiglio comunale, nel giorno delle dimissioni dell’assessore alla Casa Guido Bardelli, rilancia l’azione della sua giunta nonostante l’arresto nelle scorse settimane di Giovanni Oggioni, l’ex vicepresidente della commissione del Paesaggio accusato di corruzione, depistaggio e falso. «La nostra avvocatura continuerà a difendere le nostre ragioni. Gli interventi oggetto dell'indagine per il momento restano legittimi sul piano amministrativo - ha ricordato il primo cittadino -, i permessi di costruire e le scia non sono stati annullati neppure dai giudici penali. Se venissero annullati vedremo se potranno essere sanati con le norme generali».
Per questo motivo, Sala ribadisce che «continueremo nel confronto con la procura nelle sedi giudiziarie. In altri procedimenti il Comune interverrà anche come parte civile, alla luce dell'ultima ordinanza cautelare del Gip che ipotizza singoli casi di corruzione». Per Sala, insomma, «deve esser chiaro però che un conto sono i singoli episodi di corruzione che vanno contrastati e sanzionati senza alcuna tolleranza e accertati con sentenza definitiva. Un altro contro sono le politiche urbanistiche attuate, secondo noi, legittimamente a Milano, che hanno consentito di risanare siti dismessi e hanno fatto di Milano la città che più si è rigenerata nella fase post-industriale». Riguardo al Salva Milano, Sala ammette di non aver perso ancora tutte le speranze. «Ho ritenuto un atto dovuto prendere le distanze dal Salva Milano ma non è una resa». E soprattutto, «d'ora in poi ci metteremo in attesa per capire cosa il Parlamento vorrà fare e lo faremo senza intervenire - ha aggiunto -. Io stesso ho fatto continui richiami alla necessità di stringere i tempi, a questo punto non aprirò più bocca sul tema». Eppure, proprio su questo punto, il capogruppo di Fratelli D'Italia Riccardo Truppo, ha ribadito che se il sindaco si dimettesse il provvedimento Salva Milano andrà avanti a livello parlamentare.
«Mi pare che sia la politica che si stia arrendendo - ha comunque aggiunto Sala -, se in 12 mesi non si riesce a fare una norma così è difficile convincere la gente dell'efficacia della azione politica. Si può dire sì o no - ha proseguito - ma ci deve essere un tempo per tutto, per la discussione e per la decisione e a volte sembra che la politica non conosca questa regola basilare». Sala rilancia anche il lavoro della giunta. «Lavoreremo per il nuovo Pgt. Sarà un lavoro partecipato a cui chiediamo di intervenire alle varie anime della città. L’ho detto con chiarezza all'assessore Tancredi: non bisognerà aver fretta», ha dichiarato Sala. «Sarà un Pgt che guarda avanti, valorizzerà ancora di più i nostri 88 quartieri, consoliderà una politica poderosa sull’housing sociale e rafforzerà il piano Casa. Rimane il fatto che è nostro dovere fare proposte chiare alla città, il che piacerà a qualcuno e ad altri meno».
A proposito delle dimissioni di Bardelli Sala ha dichiarato: «Venerdì l'assessore Bardelli è venuto da me e mi ha manifestato la sua indisponibilità a continuare nell'incarico che gli avevo affidato. Mi dispiace molto. Questi mesi a mio giudizio, e non credo solo a mio giudizio, ha fatto un lavoro molto buono».