L'atto d'accusa della giornalista palestinese al Festival di Sanremo è stata una bella performance. Stonano, tuttavia, i numeri gonfiati sugli stupri e la totale assenza di critiche al mondo musulmano.
L'agente dei divi ha partecipato alla riunione in Rai in cui si è decisa la presenza della giornalista sul palco dell'Ariston. È lui, l'organizzatore dell'ultima Leopolda, che ha manovrato per far cambiare idea all'ad Fabrizio Salini.
La tv di Stato è in mano ai renziani. Altro che «sovranista», l'emittente pubblica è un feudo dei fedelissimi del senatore di Rignano che ora mirano a prendere le uniche due caselle mancanti: Raiuno e Tg1.
La decisione dopo l'incontro tra Amadeus e i vertici Rai: la giornalista sarà presente per parlare di donne. Il compenso, si vocifera, dovrebbe aggirarsi sui 30.000 euro.
«Ma quale simbolo dell'inclusione. Dalla Jebreal insulti a Israele e Italia». Voci autorevoli della comunità ebraica tricolore criticano la decisione di portare la cronista sul palco dell'Ariston: «È una figura divisiva». La provocazione di Robiati Bendaud: «Diventi una testimonial contro l'antisemitismo».
Insultò l'Italia definendola un Paese razzista, e ora fa la vittima. Intervistata da Gad Lerner dichiara di essere osteggiata in quanto simbolo di inclusione. Il suo show in prima serata su Rai 1, nel 2013, fu un enorme flop.
Repubblica accusa la direttrice di Rai 1 Teresa De Santis di aver posto il veto sulla giornalista. Ma a creare il caos è stato l'ad Fabrizio Salini. Ora si andrà per avvocati.