Nel documento redatto dal Dis - e desegretato ieri dal suo capo nel tentativo di spegnere le polemiche - nessuna «macchina ben oliata», ma un elenco di persone colpevoli d’avere opinioni critiche sull’operato del premier. Citata anche un’intervista sulla «Verità». Ma a Franco Gabrielli preme solo la fuga di notizie: «Nulla resterà impunito».
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In quest’Italia che dice di voler difendere la democrazia contro tutti gli autoritarismi, anche a prezzo di aggirare la Costituzione e inviare armi all’Ucraina, esiste ancora la libertà di esprimere le proprie opinioni oppure no? Le mie domande vi potranno sembrare oziose o addirittura stupide, ma dopo aver letto il famoso rapporto dei servizi segreti sulla «complessa e variegata rete» dei putiniani d’Italia (così la definì domenica scorsa il Corriere della Sera), gli interrogativi mi sembrano più che giustificati.
