Dallo scoppio del conflitto a Kiev, l’Ue purga le piattaforme che veicolano voci ritenute «funzionali» al Cremlino. Un cortocircuito per chi si erge a «culla del libero pensiero».
Trump teme figuracce come in Afghanistan e ammonisce lo zar. Il «Wsj» critica il nuovo inviato speciale Usa: «Gli manca l’esperienza diplomatica». Zelensky: «Per la tregua, dateci 200.000 soldati europei e americani».
L’Idf: «Colpite infrastrutture e smantellati esplosivi piazzati sulle strade. Uccisi dieci terroristi». Allarme dell’Onu: «Tel Aviv può annettere la Cisgiordania». Aiuti a Gaza.
Xi Jinping sente Vladimir Putin e a Davos difende la globalizzazione. I cinesi sono sotto attacco e temono di perdere il dominio dei commerci via mare. Sfrutteranno l’influenza su Europa e Africa. Per noi tenere i piedi in due scarpe non sarà più possibile. A partire dal dossier porti.
I gravi errori commessi in primis dalla Francia nel Paese nordafricano hanno spalancato le porte a Mosca. Che ora, dopo la caduta di Bashar al-Assad in Siria, punta sull'alleanza con il generale che guida il governo di Tobruk per consolidare la propria leadership nel continente africano, dove il Cremlino ha enormi interessi.
Il ministro degli Interni del governo di Tobruk, Essam Abu Zariba: «Noi non siamo qui per svendere il nostro Paese alla Russia, lavoriamo da pari a pari e rifiutiamo le pressioni internazionali che vogliono scegliere con chi possiamo avere rapporti. Si tratta di propaganda di Tripoli per screditarci, ma il popolo sa riconoscere i veri patrioti».