Il regista racconta la nascita del film sul Sommo Poeta: «Era un essere eccezionale, un uomo dalla conoscenza superiore. La “Divina Commedia” è un libro sacro: svela i dolori di un’anima che, prima di arrivare a Dio, deve liberarsi dei peccati».
A colloquio con Pupi Avati, che da tempo coltiva il progetto di portare su grande e piccolo schermo la vita del poeta fiorentino. «Spero che nelle assegnazioni non conti solo la forza contrattuale, ma anche la passione. “Il nome della rosa"? Resto dubbioso».