Joe Biden (Ansa)
Alle primarie dem del South Carolina ottiene il 96% dei consensi con affluenza appena al 4%. Oggi nei sondaggi sarebbe al 72%: dato bassissimo per chi cerca la riconferma.
La morte di George Floyd sta infiammando la politica statunitense. La scomparsa dell'afroamericano, rimasto ucciso durante un controllo di polizia, ha determinato una situazione di guerriglia urbana nella città di Minneapolis. E i democratici sono andati all'attacco di Donald Trump, dopo che Twitter ha bollato un suo post come inneggiante alla violenza. Riferendosi ai disordini attualmente in corso a Minneapolis, il presidente aveva infatti affermato: «Quando inizia il saccheggio, inizia la sparatoria».
Ha negato seccamente. Intervistato venerdì scorso su Msnbc, Joe Biden ha respinto le accuse di aggressione sessuale, mossegli lo scorso marzo dall'ex collaboratrice, Tara Reade. «Non è vero. Sto dicendo in modo inequivocabile che non è mai, mai successo, e non è mai successo. Non è mai successo», ha dichiarato l'ex vicepresidente. Eppure, nonostante la veemenza della sua difesa, ci sono alcuni punti di incongruenza, che vale forse la pena di prendere in considerazione.
E alla fine è arrivato anche il suo endorsement. Martedì scorso, Hillary Clinton ha appoggiato ufficialmente il candidato democratico, Joe Biden, nella corsa verso la Casa Bianca. «Per me, questo è il momento in cui abbiamo bisogno di un leader, un presidente, come Joe Biden», ha dichiarato l'ex first lady, che - tra l'altro - ha colto l'occasione per definirsi «entusiasta» della sua scelta.