petrolio russo

Mosca macina record nelle esportazioni a un prezzo superiore rispetto a quello fissato dal G7 grazie a Cina e India. Da quest’ultimo Paese il greggio, raffinato, parte alla volta dell’Europa. Una scappatoia che riduce l’impatto delle sanzioni per la guerra in Ucraina.
«Rinunciare al petrolio è impossibile a meno di non chiudere le industrie»
Massimo Nicolazzi (Imago economica)
L’economista Massimo Nicolazzi che insegna Risorse energetiche a Torino: «Ci sono interi settori, come cemento e acciaio, che non riescono a funzionare con l’elettricità. La transizione rapida aumenterà le disuguaglianze sociali».
Petrolio, export record per la Russia
Getty images
Ad aprile 8,3 milioni di barili al giorno, l’80% a Cina e India. Valdis Dombrovskis e Josep Borrell: «Sanzioni eluse, agiremo». Arrestato per corruzione il capo della Corte suprema di Kiev.
Da lunedì saranno vietate le importazioni e le nostre aziende potranno operare all’estero solo con prezzi sotto i 60 dollari al barile. Misura difficile e potenzialmente dannosa. Perfino Volodymyr Zelensky dice: «Non è seria».
Accordo sul grano con la mediazione turca
iStock
  • Mosca e Kiev, con l’aiuto di Ankara, trovano un’intesa di massima sui corridoi per far uscire le navi da Odessa. Il Sultano si impegna sugli sminamenti. Dmytro Kuleba semina dubbi: «Putin potrebbe attaccare». L’Ue insulta: «Cremlino ladro e codardo».
  • Il petrolio fa riabilitare pure Nicolás Maduro. L’embargo è un autogol e i tabù cadono: Stati Uniti e Francia chiedono all’Arabia.

Lo speciale contiene due articoli.

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