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Pavel Durov: «Accusato per crimini altrui». Ma intanto comincia già a cedere
Pavel Durov, patron e fondatore di Telegram (Ansa)
Nel suo primo messaggio pubblico dopo l’arresto in Francia, il fondatore di Telegram si difende: «Sorpreso, devo pagare per cose commesse da terzi». Nel frattempo ammette le falle della chat e modifica le regole.
Macron voleva Telegram a Parigi. Durov accusato pure di violenza
Pavel Durov (Getty Images)
Nel 2018 il capo dello Stato chiese al manager di spostare la società. E spunta un’indagine per abusi su uno dei figli.
Dietro l’affaire Telegram la nuova strategia sul Web Regia a Londra e Parigi
Pavel Durov (Getty images)
Fonti russe: «Durov ai domiciliari solo con 50 milioni di cauzione». Il caso si intreccia col Pall mall process, iniziativa sulla cybersicurezza con protagonista la Francia.
Il pericolo è il prezzo della libertà. Scordarlo porta a divieti e censure
Elon Musk (Ansa)
Le motivazioni ufficiali per imprigionare l’imprenditore Durov rivelano le fragilità dell’Occidente, che ormai teme più l’uso sbagliato dell’autodeterminazione (una sua conquista di civiltà) di quanto tema l’oppressione.
Altro che pedofili e narcos. All’intelligence francese fanno gola le chat di Durov
Il fondatore di Telegram Pavel Durov (Getty Images)
  • Sbirciando Telegram, gli 007 raccoglierebbero informazioni utili nei vari teatri bellici, da Kiev all’Africa. Perciò miliziani, tipo Hezbollah, potrebbero passare alle app cinesi.
  • Dal rifiuto di collaborare all’associazione a delinquere: la Francia proroga il fermo del russo. E arriva una smentita dal Cremlino: «Nessun incontro a Baku con Putin».

Lo speciale contiene due articoli.

Le Firme

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