Da Omero fino a Marcel Proust, coltivare il ricordo emozionato del proprio passato e del folklore è un segno di vitalità. Oggi, invece, viene considerato un esercizio patologico per vecchi risentiti. E chi ne è «affetto» è subito isolato.
Il trionfo della morte - Pieter Bruegel (Wikimedia Commons)
Dall'impero greco a quello romano, dalla «morte nera» raccontata da Giovanni Boccaccio fino alla pestilenza a Milano nel 1630, tutte le grandi infezioni hanno qualcosa in comune: la totale impreparazione al loro arrivo e la ricerca di un capro espiatorio.
Il premier britannico, malgrado l'aspetto esuberante, ha in realtà un solidissimo retroterra culturale. Sa recitare l'«Iliade» in greco antico, a memoria, e ha in cantiere un saggio sull'autore dell'«Amleto».