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I borghi italiani più famosi per la street art
Un murales ad Aielli (L'Aquila)

Quali sono i borghi italiani famosi per la Street Art? Da Nord a Sud ormai ce ne sono a decine, conosciuti per i bei murales che ne ravvivano il centro storico, ribaltando l’anonimato che - non certo per carenza di meriti - ha colpito i piccoli Paesi d’Italia.

Vita borghese di Paz. Genio rivoluzionario di buona famiglia
Murales riemerso da una parete della casa pugliese dove abitò Andrea Pazienza (Ansa)
La scoperta dei nuovi murales in Puglia offre l’occasione per svelare l’iconografia non ufficiale di Andrea Pazienza.
Rissa grillina sul premier al laccio di Biden
Ansa
Claudio Cominardi, tesoriere M5s, posta una foto di Supermario al guinzaglio. L’ala governista pentastellata, capeggiata da Luigi Di Maio, insorge. Giuseppe Conte minimizza: «Non parlo di graffiti». Dino Giarrusso molla i 5 stelle per fondare un nuovo movimento. E finisce a insulti.
Street Art: come i murales cambiano il volto alle città
Uno dei murales del Paese delle Fiabe in provincia di Viterbo (Facebook)
  • Ultimamente si parla molto di street art. Perché piaccia tanto è presto detto: è un tipo di arte che potremmo definire popolare, impattante. Gli edifici smettono il loro abito di strutture anonime, per indossarne un altro, variopinto e significativo.
  • Alla scoperta di Sant'Angelo di Roccalvecce, frazione di Viterbo conosciuta anche come «il paese delle fiabe».
  • L'altra faccia di Napoli. Tra Maradona e San Gennaro le facciate dei palazzi rivivono grazie all'arte di strada.
  • La capitale della street art? Bologna.
  • I writers di Taranto ridanno vita ai quartieri periferici e meno agiati della città.
  • A Roma Tor Pignattara diventa il regno dei murales.

Lo speciale comprende sei articoli.

Omofobia Roma, Pro Vita e Famiglia: «Ci mancava il murale-marchetta alla comunità Lgbtqia+»

«Ma quale colossale opera d'arte anti smog nella Capitale, è l'ennesima propaganda Lgbtqia+ che volta le spalle al senso comune dei romani. Con la scusa che il messaggio è legato 'alla necessità, di ogni persona di sentirsi libera di essere ciò che è, ciò che vorrebbe essere, ciò che sarà, in realtà si impone un pensiero unico, si propone la liquidità come modello e si discrimina i cittadini che non credono alle panzane di una lobby potente e prepotente» ha dichiarato Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus, sul murale anti-inquinamento apparso a Roma che vede un uomo ed una donna avvolti da un drappo bianco, che indossano gli stessi monili come fossero parte di un unico corpo e guardano fissi nella medesima direzione.

«Il progetto guarda caso ha il patrocinio del Municipio VIII e può fregiarsi della collaborazione del vicino Circolo Mario Mieli. La solita marchetta di cui non interessa nulla agli italiani visto che in questo momento vivono anche una pesante crisi lavorativa oltre a gravi disagi sociali. È solo una pubblicità arcobaleno che divide le persone, altro che le unisce» ha continuato Pro Vita e Famiglia Onlus.

«Alla Raggi, tanto attenta a chiedere di rimuovere i nostri cartelloni, chiediamo almeno un'esame di coscienza: mamma e papà o un bambino in pancia erano violenti, questa immagine e questo messaggio invece sono rispettosi di tutte le osservanze religiose, di tutte le idee e opinioni?» ha concluso Jacopo Coghe, vice presidente della Onlus.

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