Lucia Borgonzoni (Imagoeconomica)
Il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni: «Tavoli aperti per regolare anche la rielaborazione di opere attraverso l’intelligenza artificiale».
Con l'apparizione di bitcoin e blockchain nel 2009 è nata l'era digitale. Dapprima snobbata, si è sviluppata gradatamente sino al 2016, per poi passare a un ulteriore stadio di sviluppo esponenziale dal 2020. E se al momento sono le criptovalute - e il mondo blockchain adiacente - a catturare l'attenzione di imprenditori e investitori (non solo retail), la nuova generazione è già oltre: tuffatasi a piè pari nel metaverso e nel mondo degli Nft, dove idee e immaginazione rappresentano il nuovo sogno realizzabile e nuovi mercati possono essere creati da zero. Un ambiente virtuale (ecosistema) che sviluppa effetti pratici sul mondo reale (in campo finanziario, industriale e nei servizi).
Con le cryptovalute, partendo da bitcoin - con future quotato al Cme - a Ethereum, transitando per dogecoin, altcoin e defi si è in presenza di una nicchia di mercato finanziario altamente volatile ed in rapida evoluzione. Ma la tecnologia Blockchain (letteralmente «catena di blocchi») non è limitata al settore crypto, anzi... sfrutta le caratteristiche della rete informatica e consente di gestire e aggiornare in maniera condivisa un registro con dati e informazioni, distribuendoli senza la necessità di un’ente centrale di emissione, controllo e verifica. Le applicazioni della Blockchain sono praticamente infinite e già ora si utilizzano in numerosi settori che necessitano di disintermediazione e decentralizzazione. In finanza le transazioni avvengono in modo più rapido e semplice e nell'ambito produttivo industriale la blockchain consente - tramite la rete - di eseguire la maggior parte dei processi all’interno della produzione (per esempio l’approvvigionamento di pezzi di ricambio, la consegna di componenti per la produzione) con il vantaggio che tutti i soggetti coinvolti possono visualizzare e valutare le singole fasi in qualsiasi momento ed aiuta quindi anche ad identificare e rimediare a guasti od errori all’interno delle fasi di produzione. Con l’aiuto della tecnologia blockchain, è possibile non solo automatizzare ulteriormente i processi di produzione ma possono anche sorgere nuovi modelli di business.
Relativamente al metaverso (termine coniato da Neal Stephenson nel libro Snow crash del 1992 e tornato alla ribalta con a decisione di Mark Zuckerberg di chiamare Meta la holding del gruppo che controlla le piattaforme Facebook, Whatsapp, Instagram) si tratta di una ibridazione tra il mondo reale e i vari mondi digitali che possono essere creati grazie alle tecnologie 3D (contenuti che possono essere salvati anche in cloud), un universo digitale con realtà virtuale e realtà aumentata, condivisa tramite internet dove si è rappresentati da un avatar. Nel metaverso si accede tramite visori 3D e si vivono esperienze virtuali (interagire, creare oggetti o proprietà virtuali, andare a concerti, conferenze, viaggiare). Anche Microsoft si è già attivato tramite la piattaforma Mesh su Teams con cui si può creare un avatar con cui, per esempio, partecipare alle riunioni. Per quanto concerne gli Nft, da sei mesi hanno iniziato a riscuotere un successo clamoroso: la nuova frontiera dell'arte come investimento. Via via riusciamo a comprendere sempre più ciò che questo nuovo mondo digitale può offrire. Ma molti ne restano fuori per mancanza di dati, poca conoscenza, difficoltà all'approccio pratico tra criptovalute, bitcoin, wallet, piattaforme blockchain, smart contract, Nft.
Imperativo ora è quindi conoscere perché bitcoin, blockchain, smart contract, Nft permeano ormai anche la nostra quotidianità. La conoscenza ci consente di valutare e decidere come muoverci (od anche di restare alla finestra). Molti gli eventi in calendario da sfruttare per cogliere queste opportunità: il prossimo interessante evento è Metaforum Lugano: si terrà lunedì 13giugno (accessibile anche in streaming) e tratterà di crypto, blockchain, Nft (e non solo) con un fitto programma di conferenze, tavole rotonde e relatori di livello internazionale, game changer e nomi rilevanti. Oltre all'area espositiva vi sarà l'opportunita di acquistare opere d'arte uniche e insostituibili, Nft e token di risorse digitali attraverso un'asta di beneficenza. A seguire il Crypto Expo Milan (dal 23 al 26 Giugno 2022): una delle più influenti conferenze italiane dedicata all’adozione della tecnologia blockchain e cryptovalute, ecosistemi di DeFi, Nft, metaverso (quattro giorni di full immersion). Da segnalare anche il Bitcoin Networking Meetup (28 giugno 2022 Austin, Texas) e il Crypto Expo Dubai (5-6 ottobre 2022).
Tra le novità presentate recentemente da Borsa Italiana, dal 7 giugno è partita la quotazione a Piazza Affari del primo Etf Exchange-traded fund a tema crypto, con il nome Btc Im ed Isin: FR0014002IH8. Realizzato da Melanion Capital, società indipendente francese specializzata nella gestione di investimenti alternativi. Alla presentazione a Palazzo Mezzanotte sono intervenuti Cyril Sabbagh, amministratore delegato di Melanion Capital e Nicolas Bertrand, consulente e ambasciatore del Global Blockchain Business Council ed ex membro del consiglio di Borsa Italiana. Il sottostante di questo Etf è costituito da azioni di aziende operanti nell'ecosistema crypto (sostanzialmente società miners Usa e Canadesi, e di società che presentano asset in crypto nei loro bilanci, quali Tesla e Coinbase). Inizialmente quotato su Paris Euronext ed ora anche su Borsa Italiana con un Ter di 0.75%. È opportuno evidenziare come alla Borsa di Toronto siano già disponibili Etf su bitcoin spot; a Wall Street la Sec ha autorizzato sinora diversi Etf che replicano il prezzo di bitcoin (ma non sono collateralizzati da Btc spot) ed alcuni Etf basati sul contratto future quotato al Cme.
Sorpresa: il mondo digitale del metaverso avrà un suo negozio fisico, dove comperare tutti gli ammennicoli, visori, occhiali speciali eccetera, necessari per poter navigare nell’universo virtuale.
L’idea è di Facebook, che sul metaverso ha una strategia forte, e 10 miliardi da investire, tanto da aver cambiato il suo nome in Meta. Così il fondatore Mark Zuckerberg ha deciso di aprire, il prossimo 9 maggio, il primo Meta Store al mondo, uno spazio fisico e reale, a Burlingame, in California. «Nel Meta Store – recita un annuncio della società– potrai fare esperienza pratica sui nostri prodotti hardware». Nello store ci saranno demo interattive, si potranno effettuare videochiamate con rivenditori associati con Meta Portal e scoprire i prodotti. Come gli occhiali Ray-Ban, dato che proprio il patron di Luxottica oggi Essilux, Leonardo del Vecchio è stato tra i primi ad incontrare e dar fiducia a Zuckerberg su questo fronte. La società sta anche pensando a un unico negozio, ma questa volta online, dove effettuare tutti gli acquisti necessari alla navigazione nel metaverso.
DOVE SI TROVA
Il Meta Store ha una valenza strategica dato che è situato nei pressi del quartier generale dei Reality Labs, costati circa 3 miliardi di dollari, dove Meta sta realizzando il suo Metaverso. Servirà per definire la strategia di vendita al dettaglio e non è detto che in futuro apriranno, nelle città più importanti, altri Meta Store, come già accaduto con gli Apple Store o i Lenovo Store. Quanto ai conti trimestrali appena sfornati, Meta è riuscita a rassicurare gli investori aumentando gli utenti di Facebook, il maggior social network al mondo, che, nel trimestre precedente, aveva visto ridursi il numero di utenti per la prima volta da quando è stata quotata a Wall Street nel 2012. Gli utenti giornalieri attivi dell’ultimo quarte 2021 erano passati da 1,93 a 1,92 miliardi. Ma oggi sono aumentati, sfiorando 1,96 miliardi. Bene anche gli utenti mensili attivi, cresciuti da 2,91 a 2,93 miliardi. Quanto ai conti in aumento i ricavi del 7%, pari a 27,9 miliardi di dollari, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma c’è stato un calo del 21% dell’utile netto, che comunque è pari nei tre mesi a oltre 7 miliardi di dollari.
Su questo fronte pesano gli investimenti per la costruzione del metaverso ma anche le modifiche alla privacy del sistema operativo Ios di Apple per la cessione dei dati degli utenti, che hanno portato a mancati ricavi per il 2021 pari a 10 miliardi, e l’immancabile Tik Tok, il social network che piace agli utenti più giovani e che per questo è una spina nel fianco anche di Google e Netflix. Meta si è detta soddisfatta della crescita dei Reel, i video di breve durata introdotti sul suo video social, Istagram, che risultano però poco appetibili per gli annunci pubblicitari. E poi ci sono le perdite legate allo sviluppo del metaverso. I Reality Labs hanno ricavi pari a 695 milioni di dollari, il 30% dei quali viene dalle vendite dei visori Quest 2, a fronte di 3,7 miliardi di dollari di spese per gestione e investimenti. Il 55% dei costi sono legati ai dipendenti, che sono, per i laboratori della realtà virtuale, circa 17mila. Ieri Meta ha guadagnato in Borsa il 17% circa a 204 dollari ad azione, lontana dal massimo a 379 dollari fatto segnare a luglio dello scorso anno.
È un trionfo dell’ubiquità: si può essere, in un attimo, nella zona demilitarizzata che separa la Corea del Nord da quella del Sud, nella fervente stazione di Akihabara, a Tokyo, oppure a spasso per Benidorm, nome sonnolento di un comune pimpante sulla costa spagnola.
Sono tutti luoghi già disponibili nel metaverso: hanno costruito un loro equivalente virtuale navigabile a distanza da qualunque parte del pianeta. Un’anteprima che faccia venir voglia di visitare la meta reale.
È la frontiera del viaggio, un misto di suggestioni e marketing per accelerare gli affari, spingere una destinazione o i servizi per raggiungerla. La compagnia aerea Emirates, per esempio, ha da poco annunciato che esplorerà l’orizzonte: non è difficile prevedere la possibilità di assaggiare le sensazioni di una classe First o Business con un visore sul naso. Guardare la poltrona diventare un letto, curiosare tra il bar e la doccia di bordo.
Lo scopo è coltivare il desiderio del cliente di acquistare un biglietto e coccolarsi su una tratta intercontinentale. Il gruppo alberghiero CitizenM ha invece comprato uno spazio su The Sandbox, una delle arene più promettenti per accogliere gli utenti nell’altrove intangibile. Lo userà per promuovere il brand e i suoi hotel. Anche il colosso globale dell’ospitalità Marriott International si prepara a muovere i primi passi, facendo intravedere un percorso: «Cerchiamo continuamente opportunità per sfidare ciò che è convenzionale. Stiamo accendendo il potere trasformativo del viaggio nel mondo virtuale», ha anticipato Brian Povinelli, vicepresidente senior di Brand, Loyalty and Portfolio Marketing del gruppo.
Siamo nella fase delle premesse, del dire ci saremo per dimostrarsi avanguardisti (e cavalcare l’hype), comunque le traiettorie economiche paiono solide. Finanche trionfali: poche settimane fa, uno studio della banca d’investimento Citi stimava per il metaverso un potenziale di valore tra gli 8 mila e i 13 mila miliardi di dollari entro il 2030. Sarà una prateria affollata, in grado di coinvolgere fino a 5 miliardi di utenti. Un ecosistema allargato che considera computer, tablet e smartphone oppure si riduce - si fa per dire - a 1 miliardo di persone contando la realtà virtuale e quella aumentata: le tecnologie che permettono di immergersi in un contenuto in modo più credibile.
Solo per questo segmento, secondo la società di analisi GlobalData, si arriverà nel 2030 a un mercato da 152 miliardi di dollari, contro i 7 del 2020.Sempre a proposito di rapporti, lo scorso marzo Emergen Research ne ha pubblicato uno dedicato alle opportunità specifiche per il turismo. Uno tsunami trasversale, che interessa musei e parchi tematici, aeroporti e spa, persino gli agenti di viaggio, che potrebbero diventare concierge di bit. Una versione raffinata dei buttadentro dei ristoranti, intenti a vendere pacchetti ai clienti non tramite brochure, ma accompagnandoli virtualmente nei luoghi che andrebbero a visitare.
Vecchie liturgie che si aggiornano, assieme a esperimenti inediti: l’Ente sloveno per il turismo ha lanciato un souvenir formato Nft, un certificato di proprietà digitale, che tramite una piattaforma riservata ai suoi possessori dà accesso ad attrazioni e contenuti esclusivi. Mentre è andata esaurita in 20 minuti la collezione di Nft della compagnia di crociere Norwegian Cruise Line: in attesa di solcare gli oceani su un albergo galleggiante, ci si immagina già al largo possedendone un pezzetto. Il viaggio è fisicità estrema, un turbine di emozioni che coinvolgono tutti i sensi, perciò è improbabile che il metaverso faccia passare la voglia di partire, anzi allungherà l’elenco delle destinazioni da visitare.
Darà, alle remote o di nicchia, l’opportunità di raggiungere a domicilio il grande pubblico. Però, almeno nella modalità più spinta, queste tecnologie non sono universali. Mentre ci si sposta con addosso un casco in un ambiente fittizio, la realtà virtuale può provocare nausea, vertigini o incidenti domestici: se in vacanza si mette in conto un piccolo infortunio, sbattere contro la parete del salotto o inciampare su un divano fa sentire abbastanza inetti. Mentre si acquista il dono dell’ubiquità, si rischia di ridefinire il concetto della stupidità.