Altro che pioggia di miliardi: nel 2021 rischiamo la siccità. Perché la liquidità che con il Recovery fund doveva annaffiare e far rifiorire il nostro Paese, come nella tradizione delle previsioni meteorologiche, è rinviata a data da destinarsi. Sì, come purtroppo avevamo scritto, i finanziamenti a fondo perduto e i prestiti che avrebbero dovuto arrivare da Bruxelles non sono dietro l'angolo. A differenza di ciò che ci hanno raccontato fino a ieri, sia il governo che i principali commentatori, quella dei soldi Ue non è una partita chiusa, perché in Europa sono ancora molte le perplessità sul meccanismo che dovrebbe aiutare i Paesi in difficoltà. Non parliamo di Spagna e Portogallo, che già hanno fatto sapere di non avere intenzione di usare il denaro messo a disposizione dall'Unione in quanto, visti i tassi d'interesse sul mercato, sia Madrid che Lisbona non ritengono convenienti le condizioni. Ci riferiamo piuttosto a quei Paesi frugali che sembravano essersi accontentati dell'accordo raggiunto in estate dopo una lunga trattativa e invece non si sono accontentati affatto, ma sono riusciti prima a far slittare il piano, ora a bloccare tutto.
Nicola Zingaretti (Ansa)
Al premier fa comodo prolungare lo stallo, ma dopo gli attacchi di Matteo Renzi e Zinga corregge il tiro: «La faccenda non è chiusa».
Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri (Ansa)
Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute, parla di «occasione imperdibile». Dario Franceschini e Roberto Gualtieri in pressing su Giuseppe Conte. Il pd Enrico Borghi, membro del Copasir, allerta sull'eventuale nuova recrudescenza del virus.
Giuseppe Conte (Ansa)
Il governo traballa sulle nomine, con il M5s che rivendica poltrone nei cda. Le imprese sono nel caos e Giuseppe Conte prepara l'ultimo scempio liberticida: monitorarci col braccialetto.