La lunga lista di presidenti di Regione finiti nei guai per corruzione e poi scagionati è la dimostrazione che il confine tra un finanziamento trasparente e una bustarella è diventato oggi fin troppo opinabile.
Un pentito di 'ndrangheta accusa il governatore dem della Calabria: «Nel 2014 raccolse i voti delle cosche, in cambio ci garantì i permessi per una struttura per migranti». Ma l'interessato smentisce: «Una boutade, la Regione non gestiva l'accoglienza».
Mentre i democratici aprono a un civico per accontentare il Movimento, la base vicina al governatore in carica sfila in protesta al Nazareno. Nicola Zingaretti avrà una gatta da pelare. E anche tra i pentastellati volano gli stracci
Sentita come testimone la ex moglie del leader leghista ora capo della segreteria di Attilio Fontana, da sempre nel mirino di Stefano Buffagni. I magistrati lavorano sui presunti casi di corruzione di candidati di Fi alle europee.
«Ogni calabrese ci costa 5.000 euro». Dalle intercettazioni sul gruppo di potere regionale emerge il ruolo di ras di Nicola Adamo coadiuvato dalla moglie, la renziana Enza Bruno Bossio, e dal governatore pd Mario Oliverio.
Gli arresti di Milano hanno ottenuto prime pagine e fiumi di inchiostro, mentre l'inchiesta sul governatore calabrese Mario Oliverio, dem, è stata confinata nei box. Stessa sorte per la sentenza contro la renziana Francesca Barracciu. Le tangenti hanno due pesi e due misure.