Da Firenze, Josep Borrell liquida la mediazione cinese («Un sogno a occhi aperti») e insiste sull’acquisto di mezzi militari: «Sono tempi di guerra». L’Italia però boccia la proposta di usare il Recovery per comprare munizioni.
Yevgeny Prigozhin: «Ritiro entro il 10 maggio». I ceceni: «Subentreremo noi». L’ex ministro della Difesa del Paese invasore si unisce ai mercenari. Evacuata l’area di Zaporizhzhia.
L’Alto rappresentante dell’Unione annuncia: «Riforniremo di munizioni ed elicotteri Niger e Somalia» attingendo dal tesoretto per la pace che vale sette miliardi di euro. La Nato intanto batte cassa: «Per la Difesa bisogna spendere almeno il 2% del Pil».