La Cassazione stanga Mario Benotti, il re delle mascherine, affermando che il suo è traffico d'influenze illecite. Reato identico a quello contestato all'ex collega di Giuseppi.
L'ex commissario è iscritto per l'appropriazione indebita contestata ai pubblici ufficiali: un reato che prevede fino a 10 anni e mezzo di reclusione. L'accusa è contenuta nel fascicolo sulle maxi forniture di mascherine cinesi da 1,25 miliardi di euro. Silurato da Mario Draghi, è ancora ad di Invitalia, la partecipata che deve risolvere la grana Ilva.
I dispositivi, destinati ai sanitari e comprati dall'ex commissario, sono fino a dieci volte meno filtranti di quanto dichiarato. Sette partite su dodici sono riconducibili a Mario Benotti. Perquisita dai finanzieri la sede di Invitalia.
Rogatorie a San Marino per trovare il tesoretto dei mediatori di Domenico Arcuri. I magistrati di Roma contestano pure il peculato agli uomini della vecchia struttura del commissario. Il sospetto: sapevano delle maxi provvigioni.
Già da novembre gli investigatori scandagliavano gli articoli della Verità. In un'informativa ammettevano che alcuni accertamenti sulle società degli indagati erano iniziati «sulla scorta di notizie» da noi pubblicate.