Il riscaldamento antropico di globale ha solo la sua natura di essere forse la più colossale balla raccontata negli ultimi 30 anni. Vi chiederete come sia stato possibile farla durare così a lungo.
Nacque come legittima congettura - la CO2 è un gas serra, noi immettiamo CO2 in atmosfera, questa si riscalda. Il metodo scientifico, però, richiede che per dar forza a una congettura essa deve reggere agli attacchi della falsificazione. Personalmente, mi occupai per la prima volta del problema 23 anni fa. Nulla sapevo di clima, però da chimico conoscevo lo spettro di assorbimento in infrarosso della CO2: quanto bastava per farmi concludere che la congettura del riscaldamento globale antropico era falsa. Una volta capita la falsità della congettura, non è stato difficile trovare altri motivi di falsificazione, e posso dire che ve n’è almeno una dozzina.
Tornando alla domanda: come mai la bugia regge ancora? La risposta è: il denaro. Si tratta di trilioni di dollari coi quali, potete ben immaginare, si può comprare tanta gente: politici, giornalisti, scienziati. S’è creata così una faraonica bolla che è difficilissimo sgonfiare: chi di essa si nutre non intende mollare l’osso. Le azioni messe in atto per controllare la situazione sono molteplici, ma le più gettonate sono la macchina del fango e il silenziatore. Ne ho diretta esperienza personale. Scusate se parlo di me, ma quel che segue vale per chiunque altro si trovi nella mia posizione.
Nel 2019 sono stato invitato da Lilli Gruber a dibattere di clima a Otto e mezzo: nel giro di pochi giorni, attivisti specializzati a gettar fango inviarono una lettera alla giornalista lamentandosi che non avrebbe dovuto invitarmi perché io collaborerei con una «lobby del carbone e del petrolio finanziata dalla Exxon Mobil». L’infamante monito deve aver impensierito la Gruber.
Lo stesso anno l’Accademia dei Lincei aveva organizzato un convegno sul clima al quale i professori Nicola Scafetta e Uberto Crescenti e io avanzammo la richiesta di presentare una relazione. La richiesta fu accolta dal Comitato scientifico del convegno, ma non appena la cosa arrivò alle orecchie della macchina del fango, questa si mise in moto. Repubblica titolò: «I Lincei organizzano un convegno e fanno parlare il negazionista Battaglia». La cosa inorgoglì me, perché non pensavo di essere così importante, ma impaurì alcune cariatidi dell’Accademia, che cancellarono addirittura l’intera conferenza.
Non solo, un senatore M5s, il compianto Franco Ortolani, organizzò in un’auletta del Senato la presentazione di un libro titolato Clima: basta catastrofismi, scritto a più mani da quelli che poi avrebbero costituito il think tank Clintel-Italia. Stavolta la macchina del fango partiva da una nota di Angelo Bonelli, rilanciata dall’Ansa: «Vergogna! Il M5s fa parlare i negazionisti climatici». Non si è mai capito su che basi Bonelli, che è un geometra, poteva contestare Scafetta e Ortolani, entrambi professori all’università di Napoli. Quanto a me, la macchina del fango messa in moto da Bonelli suonava il disco rotto del denaro che qualche multinazionale mi elargirebbe. Alla fine, i dirigenti del M5s bloccarono la presentazione del libro.
L’ultima non riguarda me ma John Clauser, premio Nobel per la Fisica che, studiando a fondo la questione climatica, ha concluso non solo che «non vi è alcuna crisi climatica», ma anche che «una più alta concentrazione atmosferica di CO2 può solo essere di beneficio per l’umanità». Clauser ha affermato: «La narrazione sul cambiamento climatico riflette una pericolosa corruzione nella comunità scientifica, che minaccia l’economia mondiale e il benessere di miliardi di persone. Non esiste alcuna crisi climatica. Esiste, invece, il vero problema di garantire uno standard di vita decente alla numerosa popolazione mondiale. Esiste una crisi energetica, aggravata da una scienza climatica errata». Clauser aveva anche avuto l’occasione di dire al presidente americano Biden di non concordare con la politica climatica di questi. Secondo voi, se non l’ho passata liscia io che sono un nessuno, poteva passarla liscia un premio Nobel per la fisica? Certo che no. In questi giorni, Clauser avrebbe dovuto presentare una conferenza organizzata dal Fondo monetario internazionale (Fmi). E tale Pablo Moreno, responsabile dell’Ufficio di valutazione del Fmi ha pensato bene di cancellare la conferenza. Ufficialmente è stata posposta a data futura. Anche quella del Lincei era stata ufficialmente «posposta».
Clauser non è l’unico Nobel a essersi accorto della balla del clima. Qualche anno fa Ivar Giaever ha strappato la sua tessera di membro della American physics society perché questa aveva dichiarato che «è incontrovertibile che l’uomo cambia il clima», affermazione di cui Giaever si vergognava, tanto è stupida. E Robert Laughlin, altro Nobel per la fisica, dichiarava già nel 1998: «Il clima è fuori dal nostro controllo e non possiamo, né dobbiamo, far nulla per tentare di evitarne il cambiamento». Ma volete mettere tutti costoro, con Greta, Bonelli e Pecoraro Scanio? Non sia mai.