jazz

Davis a Milano: il live che fece storia e lo sguardo killer diventato un cult Prima... ... e dopo
Miles Davis (Getty Images)
Festival meneghino al via. Proiettato domani, nel teatro dell’Arte in cui venne filmato 60 anni fa, il concerto del 1964 del «secondo quintetto» di Miles. Tavola rotonda d’eccezione con Linzi, Rava, Zenni e Kahn.
«Nella musica liquida gli artisti affogano»
Il trombonista jazz Mauro Ottolini e la cantante sperimentale Vanessa Tagliabue Yorke (Roberto Cifarelli)
Il trombonista jazz Mauro Ottolini: «Le piattaforme di streaming uccidono i sogni di chi suona. Per guadagnare servono numeri enormi e la qualità ci rimette le penne. L’obiettivo oggi è sfornare playlist infinite che frantumano gli album e creano solo un sottofondo per l’aperitivo».
«Cerco il suono profondo d’America tra Dylan, Neil Young e Miles Davis»
John Scofield (Getty Images)
Il chitarrista John Scofield, in tour dal 1975, torna in Italia con “Yankee go home”: «Improvvisare sulle canzoni rock non è peccato. Dal blues al country, dal gospel a New Orleans, c’è un filo rosso che tiene tutto insieme».
Francesco Cafiso: «Sulle spalle dei giganti porto il suono della Sicilia nell’Olimpo della musica»
Il sassofonista Francesco Cafiso
L’ex enfant prodige del sassofono, scoperto a 13 anni da Marsalis: «Il tour con Wynton, dall’Europa alla Casa Bianca, ha segnato la svolta. Trovare la mia voce è stata dura».
«Dalle chiese del Bronx ai Grammy, chi canta non vale più di chi ascolta»
Samara Joy (Ansa)
Samara Joy, l’artista di 24 anni che ha soffiato la statuetta ai Måneskin e che fa rivivere l’epopea delle grandi voci del jazz: «Nel gospel non c’è il distacco tra star e pubblico che regna nel pop. La tradizione? È la mia scelta naturale».
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