Per Fiyaz Mughal, capo di un’organizzazione che difende i fedeli di Allah, la stretta proposta dal primo ministro britannico «limiterebbe il free speech». E diffonderebbe l’odio, favorendo l’estrema destra.
Dopo lo scandalo dell’appello alla jihad nell’università di Torino occupata, il rettore chiama il questore, che manda una diffida. L’imam: «Siete un Paese islamofobo».
Ad Amburgo oltre 1.000 giovani hanno chiesto l’instaurazione del Califfato. È solo l’ultimo caso: da Londra a Parigi, sempre più cortei contestano la democrazia.
La responsabile migranti di Fdi: «Gli estremisti possono spingere ad atti terroristici La difesa della laicità è legata alle radici giudaico cristiane, la sinistra non lo capisce»
Manifestanti in corteo contro la «islamofobia» a Londra, lo scorso 29 febbraio (Ansa)
Denunciare i passi del Corano che promettono danni e massacri ai miscredenti non è affatto «razzismo», come vorrebbero farci credere. L’Occidente continua a inventare nuovi reati col solo risultato di tapparsi la bocca e chiudere gli occhi davanti ai pericoli.
Poco dopo la strage nell’ospedale, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel parlava di attacco «contrario al diritto internazionale». Justin Trudeau di episodio «inaccettabile». Entrambi alludendo alle responsabilità di Tel Aviv, senza aspettare le prove. Una magra figura.