L’insegnante precaria, tornata ieri in Italia, ha promesso che come europarlamentare si batterà per i detenuti. Può iniziare dal presidente della Regione, ai domiciliari senza motivo se non costringerlo a lasciare la carica.
Il tribunale magiaro ha accolto il ricorso presentato dai legali dell’insegnante: sarà libera su cauzione e indosserà un braccialetto elettronico. E si studia anche un «seggio mobile» per farla votare a giugno.