Joe salva Hunter dalle due condanne subite e da tutti i possibili reati commessi dal 2014. Cioè, da quando il rampollo entrò nell’ucraina Burisma. The Donald: «È un abuso».
Lo scudo è un autogol per il partito, che da sempre accusa il tycoon di politicizzare la giustizia. Un altro cortocircuito, dopo gli sfondoni dell’Fbi e le censure sui social.
Lo scoop del «New York Post» sugli affari opachi di Hunter venne nascosto dalle piattaforme, su ordine del Bureau. Il pretesto? «Disinformazione russa».
Nel 2016, quando il padre era vice di Barack Obama, cercò l’aiuto dell’ambasciata Usa per organizzare un incontro tra l’azienda ucraina Burisma, di cui era consigliere, e il governatore dem della Toscana Enrico Rossi. L’obiettivo: aprire un progetto energetico nella Regione.
Ex tossicomane e condannato, Hunter Biden ha una sfilza di conflitti di interessi e l’apparato teme infiltrazioni di potenze straniere. Intanto il padre Joe Biden non molla e attacca «le élites del partito» come fosse Donald Trump: peccato che siano loro ad averlo messo in sella.