«Smettiamo di dire che il vaccinato non è pericoloso, mentre il vaccinato lo è: questa cosa non è vera». A dirlo in un momento di resipiscenza non è stato il Macron del Collatino, alias Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute nel governo Draghi, ma Francesco Broccolo, docente di microbiologia clinica dell’università di Milano Bicocca, cioè uno che di virus, contagi ed epidemia ne sa certo più di Sileri.
Broccolo ha detto quello che ormai è unanimemente riconosciuto, e cioè che vaccinati e non vaccinati contagiano allo stesso modo se sono positivi al Covid. Tutto ciò, a norma di buonsenso, dovrebbe spazzare via il green pass, il green pass rafforzato e pure il super green pass, cioè quella camicia di forza che l’esecutivo ha inventato, convinto che rinchiudere i renitenti al vaccino sarebbe stato sufficiente a fermare il virus. I fatti si sono incaricati di smentire la banda di scienziati che fa parte del Comitato tecnico scientifico e sussurra a Roberto Speranza e compagni le misure da adottare. Basta infatti osservare l’aumento dei contagi e dei ricoveri da ottobre a oggi per rendersi conto di come il certificato verde non sia servito a nulla, se non a complicare la vita degli italiani. Forse era questo il proposito, più che il contenimento dell’epidemia? A dar retta a Sileri, che lo ha detto durante una trasmissione tv, si direbbe di sì. Come abbiamo raccontato ieri, con la scusa che il non vaccinato è pericoloso per la salute degli italiani (tesi che ormai è pacificamente smentita da chiunque non parli a vanvera come il sottosegretario alla vaccinara), si è costruita una gabbia di norme e divieti che sta imprigionando non solo i renitenti all’iniezione, ma anche i guariti dal Covid e le persone entrate in contatto con un positivo, con quarantene e norme anti contagio che stanno paralizzando gli ospedali, le scuole, i commissariati e più in generale il Paese.
Sì, al ministero hanno scritto decine di pagine di regole cervellotiche e inutili, che stanno rendendo impossibile la vita degli italiani, tenendo in ostaggio non solo chi non si è vaccinato, ma pure gli ultra vaccinati e i guariti. Come spiega nellapagina qui a fianco Francesco Borgonovo, ci sono categorie professionali, come i medici e gli infermieri, che sono obbligate a vaccinarsi, pena la sospensione dal servizio. Tuttavia, fra coloro che pur indossando il camice bianco hanno scelto di non sottoporsi alla puntura ce ne sono molti che hanno contratto il Covid e dunque hanno sviluppato un’immunità naturale, non da vaccino ma da malattia, cosa che, secondo i più recenti studi, li renderebbe meno esposti al rischio di contrarre un’altra volta l’infezione. Il buon senso, dunque, suggerirebbe di liberare subito questi sanitari dall’obbligo vaccinale, allo scopo di farli rientrare in corsia dove c’è carenza di personale. Il buon senso, appunto. Ma al ministero della Salute a quanto pare sono rimasti sprovvisti di questa dote e dunque insistono a pretendere che si porga il braccio alla Patria anche quando non è ritenuto necessario se non controproducente. Risultato, medici e infermieri guariti sono costretti a rimanere a casa. Nel frattempo, a causa della mancanza di personale sanitario, si rinviano gli interventi e le visite, dando la responsabilità ai no vax. Colpa loro se si cancellano operazioni chirurgiche e se i malati oncologici non possono essere trattati, è la vulgata. In realtà, è colpa di Speranza e compagni e delle astruse circolari che hanno emanato.
Quello che vale per medici e infermieri si ripete con i professori e pure per le forze dell’ordine, perché per tornare in servizio occorre presentare il famoso super certificato verde e dunque, chi non ha la terza dose, anche se guarito dal Covid, non può riprendere servizio.
C’è poi il resto delle complicazioni, ovvero la difficoltà, una volta contagiati e non più positivi, di ottenere di nuovo il lasciapassare. Così come capita che alle persone contagiate non venga sospeso il passaporto vaccinale, perché le Asl non hanno allineato la situazione con le risultanze del tampone. Succede anche che i negativi rimangano impigliati nelle maglie della lenta burocrazia ministeriale, dove qualsiasi persona alle prese con le piattaforme informatiche può perdersi. Per non parlare poi della scuola, con le regole astruse della Dad, che variano a seconda del grado. Alle elementari vale una regola, alle superiori un’altra e il numero di contagi accettabile cambia, così come gli obblighi di quarantena a prescindere dalle dosi ricevute. Insomma, una confusione totale, che non ha alcuna ragione, se non quella di uniformarsi ai propositi di Sileri: rendere la vita difficile agli italiani. Non solo ai no vax, i quali a dire il vero sono cittadini come gli altri, con gli stessi diritti e le stesse tutele costituzionali, ma a tutti. Nella convinzione che l’opinione pubblica non si accorga di essere presa in giro.