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«Flashmob alla Rai di Roma e Milano: stop a un monopolio indecente e offensivo che ci costa 2 miliardi»

«Io non pago per essere offeso né per permettere che i nostri figli vengano indottrinati al gender. Si sono tenuti a Roma alle ore 13 e a Milano alle ore 12, davanti alle sedi Rai rispettivamente di Viale Mazzini e di via Sempione, due flash mob contro il (dis)servizio pubblico che ritiene di mettere in scena delle "esibizioni" blasfeme e oltre il limite della decenza, o di indottrinare i nostri figli al gender. Alla manifestazione hanno partecipato numerose personalità politiche di diversa provenienza». Si apre così la nota di Pro Vita e Famiglia, onlus organizzatrice delle proteste contro la Rai.

«Il canone costa agli Italiani complessivamente 2 miliardi. Lo Stato versa un contributo "per l'adempimento degli obblighi del contratto di servizio", che per il 2019 e il 2020 è stato fissato in 40 milioni di euro. Cifre esorbitanti per vedere cosa? Il sacrilegio di Achille Lauro che a Sanremo si presenta con il Sacro Cuore di Gesù, Fiorello incoronato di spine o per ascoltare le favole per bambini a "Oggi è un altro giorno", il programma condotto da Serena Bortone, stravolte, con la bella addormentata presentata in salsa lesbo» ha continuato Toni Brandi presidente di Pro Vita e Famiglia.

«Una Rai che comunque guadagna anche dalla pubblicità, da eventuali contratti o convenzioni e dalla vendita di beni e servizi, può a questo punto camparsi da sola e diventare una tv commerciale? Tutti questi miliardi non andrebbero spesi meglio, per i poveri, i disabili e per tutte le persone alla fame? Tutto questo accade in un momento in cui le famiglie devono affrontare una grave crisi economica e devono ritrovarsi in bolletta la tassa da pagare per sentirsi umiliate, non rispettate e per volgarità e messaggi scandalosi oltre che blasfemi. No grazie. Con la nostra petizione, che ha raggiunto in pochi giorni un successo esorbitante di oltre 100.000 mila firme, intendiamo dichiarare guerra a chi non fa che offendere e denigrare la maggioranza degli italiani!» ha concluso Jacopo Coghe, vice presidente della onlus.

Rai, Pro Vita & Famiglia: «Due flashmob domani contro blasfemia e gender»
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«Come accaduto numerose volte in passato, anche ma non solo durante l'ultimo Festival della Canzone Italiana a Sanremo, la Rai ha ritenuto di mettere in scena delle "esibizioni" blasfeme e oltre il limite della decenza, volgari e offensive verso la fede cristiana, professata da larga parte del popolo italiano, oltre a veicolare il gender senza ritegno. Ora basta!

In questo momento, con le famiglie sempre più in difficoltà economica e obbligate a pagare il canone in bolletta Enel, non si possono più accettare queste offese.

Si tratta di fondi pubblici e la RAI deve rendere conto fino all'ultimo centesimo del modo in cui vengono spesi!
Per questi motivi domani, venerdì 26 marzo, si terranno due flashmob: uno davanti alla sede della Rai di Roma, in Viale Mazzini, alle 13:00, e uno davanti alla sede della Rai di Milano, in Corso Sempione 27, alle 12:00, per chiedere di far cessare questa vergogna».

È questa la nota di Pro Vita & Famiglia, organizzatrice delle due manifestazioni di protesta.

Paritarie, PV&F: «Salvarle subito per impedire collasso del sistema scuola»
Ansa

«Serve 1 miliardo per salvare 13.000 istituti paritari italiani e 180mila che vi lavorano. Altrimenti a settembre almeno uno su tre resterà chiuso. Non sarebbero soldi a fondo perduto, ma investimenti a vantaggio di tutti: chi sceglie una scuola paritaria garantisce allo stato un risparmio di aule e personale». Sono le parole di Jacopo Coghe, vice presidente di Pro Vita & Famiglia al flashmob organizzato a Montecitorio dalla stessa onlus insieme all'associazione Non si Tocca la Famiglia, Associazione Family Day, comitato Polis Pro Persona e tante altre sigle.

«Salvare le paritarie - ha continuato Coghe - significa impedire il collasso del sistema scuola in Italia. Ogni studente nella scuola statale costa 6.500 euro, contro i 500 euro in media per ciascuno dei 900.000 alunni delle paritarie. Le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato circa 900 milioni di euro l'anno e quindi non si può più aspetterebbe un istante per stanziare i fondi a loro favore».

«Adesso, subito - ha concluso Pro Vita e Famiglia - il finanziamento degli stipendi, il rimborso delle rette e l'adozione del costo standard per le scuole paritarie. E venga accettata la proposta di un fondo nazionale per le paritarie prima che siano tutte fallite. Significherebbe risparmio per lo Stato, no a classi pollaio nelle pubbliche, e giustizia sociale perché altrimenti solo le scuole ricche sopravvivranno, le più povere chiuderanno. Queste scuole inoltre sono un presidio contro la malavita, lo spaccio la povertà».

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