Il testo è in contrasto con l’articolo 3 della Carta, che dice che «tutti sono uguali davanti alla legge»: come giustificare l’ergastolo a chi uccide una donna «in quanto donna»? E non c’è una recrudescenza dei reati.
Il ministro per le Pari opportunità Eugenia Roccella: «Ci sono tanti uomini che uccidono donne e non l’inverso. Serve ripetere quanto è stato fatto con il delitto d’onore: averlo eliminato per legge è stata la molla per mutare la mentalità».
Il sociologo Luca Ricolfi: «Il disegno di legge punisce chi reprime, uccidendo, l’espressione della personalità di una donna: non è una fattispecie chiara. La norma, dunque, esalta al massimo la discrezionalità dei magistrati: esattamente quello che il governo vuole combattere».
I ministri Calderone, Roccella, Casellati e Piantedosi dopo il cdm sul reato di femminicidio (Ansa)
La pena prevista in caso di discriminazione o odio di genere sarà dell’ergastolo. Ma le aggravanti erano già nel Codice. Il ministro Casellati esulta: «Fermiamo la mattanza in corso». La nuova fattispecie vale solo per i due sessi biologici.