Anche se lo sventolio di bandiere non ha mai fatto tacere i cannoni, i progressisti ci riproveranno il 15 marzo. Il colmo è che rafforzeranno le ambizioni belliche dell’Ue.
Scontro su un emendamento della sinistra. Claudio Borghi (Lega): «Volevano togliere al nostro Paese il diritto di veto». Viktor Orbán contesta il vertice Ue-Uk di domenica, dove sarà pure Volodymyr Zelensky: «Provano a far continuare il conflitto».
Ieri Emmanuel Macron, in videoconferenza, ha spiegato ai 27 cosa ha concluso a Washington. Il suo progetto per ora raccoglie pochi consensi. E la Russia punta subito i piedi.
Non è chiaro chi comanderebbe l’esercito, né chi fornirebbe le armi. Problemi non da poco anche con le varie Costituzioni (la nostra ripudia la guerra). E c’è il rischio che le forze armate siano usate come forze di polizia. Secondo i dettami del Manifesto di Ventotene.
Malgrado la cordialità di facciata fra l’inquilino dell’Eliseo e Joe Biden («C’è una tabella di marcia comune»), Washington non gradisce le velleità di Parigi. E l’ambasciatore americano in Italia lo afferma chiaramente.