La Borsa in altalena. Ecco le cinque azioni che offrono il dividendo più interessante
La rivincita del cassettista, figura mitica e quasi dimenticata dei mercati finanziari. L’esito del voto europeo ha messo i listini sull’ottovolante.
Rialzi e ribassi si inseguono con variazione poco adatte ai cuori deboli. Un saliscendi che potrebbe durare fino al 7 luglio quando si apriranno le urne francesi volute da Emmanuel Macron. Gli analisti di Moneyfarm lanciano l’allarme: «Il timore principale dei listini» dopo le elezioni Ue «è il rallentamento del processo di integrazione che avrebbe come conseguenza estrema l’uscita di qualche Stato membro dall'Unione» - afferma Sebastiano Picone, Head of Partnership Italy di Moneyfarm- «Sintomo di questo rallentamento è l'allargamento degli spread».
Uno scenario del genere è possibile ma, al momento, ritenuto ancora lontano come dimostra la ripresa dei prezzi dopo la caduta di inizio settimana. E’ probabile che, come già accaduto nel 2012 dinanzi a rischi così gravi la Bce metterebbe da parte ogni prudenza e tornerebbe a stampare moneta. Verrebbero abbattuti i rendimenti dei bond pubblici che, a questo punto potrebbero prendere la forma di nuovi Eurobond. E pazienza se l’inflazione, già molto allegra dovesse ripartire. Anche i governi tedeschi, incalzati dall’avanzata di Afd potrebbero accettare il rischio pur di evitare la crisi. Sussidi e investimenti nelle regioni dell’Est, culla del partito della destra estrema, potrebbero essere la cura per il malessere sociale che si è diffuso. D’altronde guardato in controluce il voto ha una spiegazione piuttosto semplice: il voto ha punito i governi dei Paesi in recessione o a scarsa crescita come Germania, Francia e Austria. Italia, Spagna o Polonia con occupazione in aumento e inflazione in calo hanno mostrato grande stabilità. Una lettura che prescinde dal colore dei governi. A questo va aggiunto, come dimostrato dal governo Meloni, una cosa sono le dichiarazioni in campagna elettorale e tutt’altra le responsabilità legate all’esercizio del potere. I toni si spengono e la stabilità diventa l’obiettivo E’ questa l’opinione espressa anche da Goldman Sachs: «Il processo decisionale dell’estrema destra sarebbe probabilmente più vincolato da: una maggioranza relativa, disciplina di mercato o considerazioni sulla gestione del rischio in vista delle elezioni presidenziali del 2027». Tuttavia acquisire questa consapevolezza non è semplice né rapido. Dunque aspettiamoci un po’ di turbolenza che i dividendi potrebbero attenuare. Tanto più che l’andamento delle trimestrali e le dichiarazioni del management lasciano immaginare che si va verso la conferma delle cedole se non addirittura un aumento.
Il primo test lunedì quando alcuni importanti titoli azionari staccheranno il dividendo intero o pro-rata. Tra queste, sette blue chip. Secondo i calcoli di Bloomberg, il dividendo medio riconosciuto dall'insieme dei titoli del FTSEMIB nell'arco del 2024 è intorno al 4,75%, superiore al ritorno riconosciuto dal Btpdecennale, ad oggi 3,85%. Un risultato non trascurabile. Morningstar ha stilato la lista delle migliori blue chip sotto il profilo del rendimento combinato con la rivalutazione della quotazione.
Anima
La società di asset management ha guadagnato dall’inizio dell’anno il 21% . Scambiato a 4,8 euro offre un rendimento del 5,13%. Il titolo ha una valutazione di Morningstar a 3 stelle.
Unipol
La società assicurativa ha guadagnato il 72% dal gennaio. . A 9,1 euro presenta un rendimento legato alla cedola che supera il 4%. Le azioni Unipol vengono valutate con un Morningstar Quantitative Rating di 4 stelle.
Banca Intesa
Dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 7%. Scambiato a 3,53 euro offre un rendimento del 7%
Mediobanca
Dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 28,%. Scambiato a 14,36 euro rende il 9,3%. Le azioni Mediobanca sono valutate con un Morningstar Quantitative Rating di 3 stelle.
MFE-MediaForEurope Class B
Dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 32,% . Il prezzo di mercato di 4,37 consente un rendimento superiore al 5%. Morningstar Quantitative Ratingdi 3 stelle.
E per il futuro? Per queste indicazioni ci affidiamo agli analisti di Intermonte che su Anima si aspetta «un rinnovato focus da parte delle banche nella distribuzione di prodotti di asset gestiti che si tradurrà in condizioni di afflusso molto più favorevoli, sostenute dalle recenti acquisizioni incrementali” Confermato anche il giudizio su Banca Intesa e Unipol cui aggiungono Banca Mediolanum e Bpm. Il calo dei tassi favorirà le utility e la preferenza è rivolta ad A2A che, grazie alle abbondanti precipitazioni di queste ultime settimane conta di aumentare la produzione idroelettrica.
Negativo, invece il giudizio di Intermonte su alcuni industriali. Gli analisti si aspetta che Stellantis riporti deboli risultati del secondo trimestre con inventari ancora alti. Prysmian, dopo la forte performance, dovrebbe già scontare le tendenze operative positive e gli effetti dell'acquisizione di Encore.