Giuseppe Cossiga (Imagoeconomica)
Il capo dell’associazione delle aziende del settore: «Con banche e centri di ricerca ancora troppe difficoltà legate ai pregiudizi».
Lo ha dichiarato a Bruxelles il vice premier e ministro dei Trasporti a margine del Consiglio Ue dei Trasporti.
Intermarine, società italiana assegnataria da parte della Marina Militare italiana di un ordine per la costruzione di cinque imbarcazioni cacciamine, avrebbe assegnato gruppi generatori all’azienda tedesca Mtu di proprietà del gruppo Rolls-Royce, creando un danno allo storico partner pugliese.
Le organizzazioni sindacali di Fim-Cisl e Fiom-Cgil, attraverso un comunicato stampa, hanno fin da subito espresso un profondo disappunto in merito a questa scelta, considerata «inattesa e ingiustificata sotto il profilo tecnico ed economico, e che genera preoccupazione riguardo ai livelli produttivi e occupazionali di Isotta Fraschini Motori, azienda parte del Gruppo Fincantieri che sta rilanciando in maniera condivisa, anche grazie al supporto delle istituzioni locali e nazionali che insieme stanno investendo in questa realtà di grande importanza strategica per l’occupazione e lo sviluppo del territorio pugliese e del Sud Italia». La nota dei sindacati prosegue: «Non dimentichiamo che Isotta Fraschini Motori è l’ultima realtà italiana con le competenze nel settore motoristico navale e terrestre, diventata punto di riferimento nella transizione green del Gruppo Fincantieri grazie alla nuova filiera dell’idrogeno. Ancora più inaccettabile è il fatto che questa decisione scellerata sia stata presa nonostante l’impegno dei lavoratori, dell’azienda e del ministero della Difesa che hanno cercato di valorizzare l’importanza della tutela della filiera italiana per un asset tanto strategico quanto delicato, riguardando una fornitura per la Marina Italiana. In contesti simili, aziende tedesche avrebbero privilegiato fornitori nazionali senza interpellare quelli stranieri, a prescindere dal costo. Pertanto, come organizzazioni sindacali di Fim-Cisl e Fiom-Cgil di Bari, congiuntamente alle Rsu, chiediamo che questa decisione venga rivista, in modo da favorire l'occupazione e la saturazione dello stabilimento Isotta Fraschini, considerato che il nostro prodotto è più competitivo di quello tedesco».
Sulla vicenda è intervenuto anche Dario Iaia, deputato e presidente provinciale di Fratelli d'Italia a Taranto: «Preoccupa che Intermarine del gruppo Colaninno sia indirizzata ad acquistare tecnologia tedesca per la flotta cacciamine della Marina Militare, piuttosto che puntare su aziende italiane. Eppure, la pugliese Isotta Fraschini, operante da tempo in questo ambito, vanta altissime capacità produttive. È chiaro che una scelta di questo tipo potrebbe mettere a dura prova la Fraschini che verrebbe fortemente danneggiata da questa opzione, con possibili ricadute negative sull'occupazione. Ritengo che bisognerebbe guardare con maggiore attenzione verso il know how italiano per fare sistema con i fatti e non solo a parole».
Intermarine è un cantiere navale italiano specializzato nella produzione di navi in vetroresina militari, e in particolare nella realizzazione di unità di contromisure mine, segmento in cui ha costruito cacciamine per la Marine Militare Italiana. Isotta Fraschini Motori, parte del Gruppo Fincantieri, è stata da sempre il fornitore dei motori-generatori dei cacciamine classe Lerici e Gaeta, questi ultimi tutt’ora in servizio, consolidando una filiera produttiva italiana storica e di successo. Tuttavia, con l’avvio del programma dei nuovi cacciamine costieri della Marina Militare italiana del valore di circa 1,6 miliardi di euro, sembrerebbe che Intermarine stia optando per la fornitura dei motori generatori per Mtu, azienda tedesca di proprietà del gruppo Rolls-Royce concorrente di Isotta Fraschini su questo particolare tipo di motori. Questa scelta, inattesa e ingiustificata dal punto di vista tecnico ed economico, mette a rischio i livelli produttivi e occupazionali di Isotta Fraschini Motori, in un momento in cui il nuovo management sta rilanciando una realtà unica, importante e delicata per il territorio pugliese visto che crea occupazione di qualità. La commessa vale, infatti, oltre 25 milioni di euro per i motori e circa 80 milioni di euro per i servizi di supporto in vita. Costituirebbe davvero una occasione persa per utilizzare la spesa pubblica per la difesa per alimentare occupazione e tecnologia al Sud mantenendo in Italia know-how sui motori a combustione interna in un momento in cui tutto il settore è in fase di assestamento.