Nella sola Roma sono almeno 1.000 gli esercizi che non hanno più alzato la saracinesca. Gli insufficienti ristori del governo giallorosso hanno stroncato la vita di tante famiglie.
Mistero sul decreto: forse 26 settimane di cassa integrazione solo per i settori più colpiti dal Covid. Attesa per lo slittamento degli atti del fisco. L'Ufficio parlamentare rifà i conti del Recovery plan: 14 miliardi di troppo.
L'ipotesi di scostamento calcolata a Natale per il quinto decreto di aiuti non teneva conto delle nuove serrate né dell'instabilità del Conte bis. Con la crisi, gli aiuti salterebbero. Pure Roberto Gualtieri a rischio: al suo posto, una fetta di Pd sonda l'ex azzurro Domenico Siniscalco.
Crisi di governo: il premier preferirebbe la conta in Aula alla resa. Matteo Renzi: «Avanti fino al 2023».
Verrà inserita nel Ristori ter al momento della conversione in Aula. Prevede risparmi nelle procedure tagliando il 25% dei compensi: preconcetto verso i professionisti e incapacità di comprendere gli autonomi.
Pioggerella di interventi, ma non si parla mai di riduzione di tasse o di investimenti. Rischio paralisi da decreti attuativi non varati.
È insoddisfacente anche il fondo di solidarietà alimentare di 400 milioni per i Comuni.
Confermati gli errori dei giallorossi nella trattativa con Bruxelles: il tetto di 800.000 euro non può essere sforato a livello di «unità economica». Regioni e imprese nel panico. Mentre la Bce minaccia: «Non consentiremo di aggirare l'utilizzo dei prestiti europei».
Il governo aiuterà le categorie colpite dal lockdown sfilando 1,2 miliardi dal fondo con cui lo Stato avrebbe dovuto pagare i debiti. Il resto arriverà dai risparmi della Cig e da stanziamenti «per esigenze indifferibili».