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I fondi pensione superano l’anno nero: rendimenti di nuovo positivi
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Secondo un rapporto diffuso dalla Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), nel terzo trimestre «i risultati delle forme complementari hanno proseguito nel recupero iniziato nel secondo trimestre. Al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i rendimenti dei fondi negoziali, quelli legati all'apparenza a particolari categorie professionali, rispetto all'inizio del 2020 sono ritornati positivi, risultando pari in media allo 0,2%».

Il virus ha messo il segno meno nel primo trimestre 2020 al settore italiano della previdenza complementare. È quanto emerge nero su bianco dalla relazione annuale della Covip, che non lascia spazio a dubbi di interpretazione: nei primi tre mesi, spiega l'autorità, i rendimenti medi sono stati in generale negativi e di entità maggiore al crescere della quota di portafoglio investita in titoli azionari.

  • Solo tra il 2016 e il 2017 il valore del patrimonio totale delle casse è aumentato di 5,3 miliardi (il 6,6% in più). Una buona notizia, visto l'andamento del mercato del lavoro che predilige il precariato e dunque il proliferare di contratti poco remunerativi. I più «esterofili» sono i fondi pensione: hanno puntato sul Pil tricolore 38,3 miliardi di euro, mentre gli investimenti non domestici hanno raggiunto quota a 79,5 miliardi.
  • Nonostante le prestazioni offerte nel 2017, nelle tasche dell'Enpam (medici) sono rimasti 998 milioni di euro, una cifra che distacca di gran lunga il secondo istituto in classifica. La cassa forense che si prende cura delle pensioni degli avvocati ha chiuso l'anno passato con un saldo positivo per 659 milioni di euro.
  • In difficoltà ci sono i geometri e soprattutto i giornalisti. Ogni 100 euro che l'Inpgi incassa da contributi ne spende 132,5 per pagare le pensioni, per tutte le altre prestazioni e per le spese di gestione.

Lo speciale contiene tre articoli.

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  • Un po' alla volta gli italiani cominciano a sentire la necessità della previdenza complementare. Secondo la relazione annuale Covip, gli strumenti integrativi rendono in ogni caso più del Tfr.
  • Al Nord Italia va quasi il 60% della raccolta, mentre il Centro italia resta al palo. Il secondo pilastro non sfonda in Molise e in Basilicata: hanno meno dell'1% di aderenti.
  • Cresce il numero di iscritti ma calano i versamenti. Uno su quattro non paga. Pesa la mancanza di liquidità, soprattutto tra i lavoratori under 30.

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