corte costituzionale

La Consulta resta in mano a un ultras dell’Ue
Giovanni Amoroso, neopresidente della Corte Costituzionale (Imagoeconomica)
Il nuovo presidente, Giovanni Amoroso, con le dichiarazioni iniziali sposa la linea progressista: «Sui temi etici nessun passo indietro». E il 26 marzo la Corte dovrà esprimersi sul fine vita. Per la toga, l’Europa si candida a essere addirittura «la stella polare».
Esiste una soluzione per non ingolfare le Corti coi migranti
Il Palazzo della Consulta a Roma (iStock)
Spostare le competenze in Appello senza creare caos è possibile. I trattenimenti non siano convalidati: basta garantire i ricorsi.
La Corte accoglie solo in parte i ricorsi delle Regioni di sinistra: chiede che la devoluzione serva a migliorare l’efficienza anziché a spartire il potere e difende le prerogative del Parlamento, chiamato a correggere la riforma. Dubbio il destino dei referendum.
Il Parlamento si dia una svegliata: basta toghe creative in Consulta
Imagoeconomica
Se non vogliono farsi esautorare, le Camere scelgano dei giudici «originalisti».
Corte «imparziale»? Vuol dire «di sinistra»
Il presidente della Consulta, Giuliano Amato (Imagoeconomica)
Temendo che un blitz (finora non riuscito) di Fratelli d’Italia, Lega e forzisti sulle nomine interrompa l’egemonia progressista, Giuliano Amato scopre che la Consulta non deve essere politicizzata e Massimo Villone (ex Ulivo) che i giudici sono solo «uomini con le loro opinioni».
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