I vertici di Difesa e servizi in platea al convegno con ospite anche il capogruppo Francesco Lollobrigida. Settimana prossima Adolfo Urso negli Usa.
Ansa
Un volume ripercorre il ruolo crescente del Comitato in mezzo alle crisi internazionali.
Adolfo Urso (Ansa
Dalla sicurezza energetica alla minaccia sino-russa nel Mediterraneo: la nuova relazione del comitato, presieduto dal senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, ribadisce la collocazione atlantica del nostro Paese.
Il Copasir ha pubblicato una relazione che copre il lavoro svolto tra i mesi di febbraio e agosto 2022: un’esigenza resasi necessaria a causa dello scioglimento anticipato delle camere, in vista delle elezioni del prossimo settembre. I temi affrontati dal documento sono ovviamente numerosi.
Tra questi, emerge per esempio la crisi taiwanese. “Le sorti di Taiwan rivestono però una importanza che oltrepassa quella specifica area geografica, riguardando l'Occidente verso il quale la Cina ha lanciato la sfida diretta a dimostrare la superiorità economica, tecnologica e militare del proprio regime ed una visione strategica alternativa che mette in discussione i valori della democrazia ed il rispetto dei diritti umani, alla base delle nostre società”, si legge. “La salvaguardia della sovranità di Taipei”, prosegue il documento, “avrebbe dunque un alto valore simbolico perché dimostrerebbe che un governo etnicamente cinese può prosperare senza la guida del Partito comunista”.
Ulteriore fronte caldo trattato dalla relazione è quello della riforma della Nato, con specifica attenzione all’area del Mediterraneo. “L’impegno in materia di gestione delle crisi che affliggono i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, assolutamente cruciale per gli interessi dell’Italia, dovrà essere [...] ricercato prevalentemente in sede europea”, dichiara la relazione. Un dossier, questo, a cui si connette il problema della crescente influenza russa su Medio Oriente e Nord Africa. “La contrapposizione con l’Occidente nella guerra in Ucraina sembra in definitiva ripercuotersi nel Mediterraneo allargato in un’accentuazione della tendenza della Russia a dissociarsi dai tentativi di risoluzione multilaterale dei conflitti, a sostenere singole fazioni in funzione antioccidentale e, in definitiva, a rappresentare un ulteriore elemento di destabilizzazione dei precari equilibri politici esistenti”, recita il documento, secondo cui un ulteriore nodo è rappresentato dall’infiltrazione cinese nell’area. Tutto questo, senza dimenticare il dossier libico. “Il teatro libico, di prioritario interesse strategico, richiede un forte impegno del nostro Paese, in collaborazione con Stati Uniti, Francia e Regno Unito, e in accordo con i principali attori, nell’individuazione di soluzioni efficaci per la sicurezza e continuità dei flussi energetici, la corretta gestione dei flussi migratori, contribuendo alla stabilizzazione dell’intera area nord africana nella quale si registrano crescenti segni di instabilità all’interno di Algeria e Tunisia”, si legge.
Altro punto ineludibile del documento è quello relativo alla sicurezza energetica. “Tra gli obiettivi che è necessario raggiungere vi è quello della diversificazione delle fonti energetiche, con particolare riguardo allo sfruttamento delle energie rinnovabili, tenendo in debita considerazione le problematiche connesse con esigenze di sviluppo di sistemi di stoccaggio di energia per effetto della loro non programmabilità”, si legge. “L’Italia”, prosegue la relazione, “ha tutte le caratteristiche per candidarsi a divenire l’hub energetico del Mediterraneo e dell’Europa. Attraverso il potenziamento della rete di trasmissione dell’energia elettrica di Terna e quella del gas di Snam, sostenendo progetti di potenziamento delle interconnessioni verso gli altri Paesi del Mediterraneo - in particolare quelli della sponda sud meridionale - il nostro Paese può assumere un decisivo peso strategico nell’approvvigionamento energetico dell’Europa".
La relazione ricorda poi anche le missioni svolte dal comitato negli scorsi mesi: da quella a Washington a quella svoltasi a Bruxelles. Sotto questo aspetto, il Copasir ha costantemente ribadito la ferrea collocazione euroatlantica dell’Italia, aprendo anche all’ipotesi che il nostro Paese possa entrare nei Five Eyes (alleanza tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda e Canada nel settore dell’intelligence). L’atlantismo, insomma, resta una priorità ineludibile.
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