Le Nazioni unite aprono le porte della conferenza in Azerbaigian al governo afgano, che non hanno mai neanche riconosciuto. Una barzelletta, a cui si aggiunge la richiesta di fondi per il clima da parte del regime.
Assenti molti leader e la finanza che conta al vertice di Baku iniziato ieri. Con il neopresidente Usa che lascerà gli accordi sul clima e i fondi verdi che languono, a restare col cerino in mano è l’Ue, pronta a consegnarsi mani e piedi a Pechino e alle sue filiere green.
Il governo azero, noto per la pulizia etnica, attacca chi non ritiene opportuno che ospiti Cop29: «Campagna disgustosa: il climate change è scienza, il resto è ideologia». E promette un patto storico, basta che non si parli degli armeni e del sangue dei dissidenti.