Davanti al Corpo diplomatico, Francesco ha usato la clava contro surrogata («È solo un mercimonio») e teoria gender («Pericolosissima, cancella le differenze»). Poi plaude alla Cop 28: «Passo incoraggiante».
La conferenza appena conclusa è stata un fallimento, eppure per la prossima edizione in Azerbaigian le Nazioni Unite chiedono di aumentare il budget di quasi 60 milioni di euro, per un totale di oltre 300 milioni. Pagati dagli Stati partecipanti, tra cui il nostro.
La conferenza di Dubai, che doveva terminare ieri, non è ancora riuscita a redigere un testo condiviso: braccio di ferro fra Occidente, Africa e Paesi produttori di petrolio sugli idrocarburi. Si va verso un accordicchio, la Cina sta alla finestra.
La dichiarazione conclusiva sarà un pastrocchio di buone intenzioni e di equilibrismo politico: l’unica certezza è che i combustibili fossili non si toccano. A sorridere è solo la Cina, che continuerà a inquinare e a fare affari grazie alla tecnologia green (altrui).